"La vertenza del Porto Canale di
Cagliari deve essere rilanciata su basi nuove e collocata nel
livello nazionale, al pari di quelle di Gioia Tauro e Taranto.
Non chiediamo sussidi ma un progetto complessivo di
potenziamento finalizzato allo sviluppo e all'occupazione". E'
il disperato grido d'allarme lanciato dai sindacati dei 400
lavoratori dell'infrastruttura industriale del capoluogo sardo,
ormai ferma da tempo, sia durante un sit-in davanti al Consiglio
regionale sia durante un incontro con i capigruppo di
maggioranza e opposizione.
"Abbiamo sollecitato l'istituzione di un'agenzia di
transhipment come avvenuto in altre realtà portuali - spiega
William Zonca della Uiltrasporti - Un percorso dal quale non si
può tornare indietro, anche condividendo un documento con
l'Autorità di sistema portuale nella persona del presidente
Massimo Deiana, e riteniamo che ci debba essere un tavolo
interministeriale per far sì che venga definito un testo che poi
deve essere condiviso con i parlamentari sardi, per tutelare
queste professionalità, anche in prospettiva, e rilanciare il
porto di Cagliari come terminal container".
E domani, in occasione della visita istituzionale in
Sardegna, la Viceministra al Mise Alessandra Todde ha annunciato
che incontrerà intorno alle 17.30 circa una delegazione
sindacale di Porto Canale all'aeroporto di Cagliari proprio per
discutere della vertenza che oggi è stata al centro di un faccia
a faccia in Consiglio regionale.
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