TORINO, 20 DIC - Aspetta le domande dei giornalisti alla fine della tradizionale conferenza stampa di fine anno il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Mauro Laus, per tornare su un concetto che gli sta a cuore, enunciato solo al volo in apertura: "abbiamo brandizzato la nostra alta credibilità politica, che è ora spendibile a livello nazionale".
Cerca di sgombrare il campo dall'ipotesi di una sua candidatura alle politiche con una battuta - "Renzi mi chiama tutti i giorni ma non posso, devo completare il processo avviato qui" - e spiega che il brand piemontese che vorrebbe porre come modello della buona politica in Italia è legato alla "eccellenza morale" dell'attuale legislatura. Un brand che poi, ammette, "mi piacerebbe portare nel Senato, ma non dipende da me".
"Abbiamo fatto del Consiglio regionale del Piemonte - afferma - un palazzo di vetro. Dopo le vicende della legislatura precedente naufragata fra firme false e scontrini questa istituzione non era più credibile. Noi le abbiamo restituito credibilità, ora qui c'è una legislatura dell'eccellenza morale, siamo diventati un modello di buona politica da imitare. Abbiamo costruito un brand, e sfidiamo l'Italia a prenderci a modello".
"Un palazzo di vetro - spiega poi Laus - è un luogo dove vigono la pubblicazione per legge dei vitalizi e l'accesso civico agli atti. Ma è anche un luogo di partecipazione, perché senza partecipazione la democrazia è debole e opaca. E ancora, è un luogo di produttività, dove nel 2017 si sono contate 83 sedute di Consiglio e 377 di Commissioni, sono state approvate 23 leggi, e sono stati discussi 355 question time, 168 interrogazioni, 225 ordini del giorno e 79 mozioni. Il tutto - puntualizza - mantenendo gli ingenti risparmi degli anni precedenti, ulteriormente limati di 500 mila euro".
Nella nuova Sala delle Bandiere, appena recuperata al piano terreno di Palazzo Lascaris, è schierato l'intero Ufficio di presidenza del Consiglio piemontese. Oltre a Laus, i due vicepresidenti Daniela Ruffino e Nino Boeti, e gli altri tre componenti Angela Motta, Giorgio Bertola e Gabriele Molinari. Spiegano all'unisono che la loro missione è essere super partes il loro ruolo quello dell'arbitro, in posizione terza rispetto alle forze politiche. Oltre alle tante cose fatte illustrano quelle da fare, fra le quali spiccano due novità: l'educazione sentimentale nelle scuole annunciata da Molinari, e l'offensiva contro il riemergere dei fascismi che sta preparando Boeti.
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