Incensurati, giovani e sconosciuti
alle forze dell'ordine. È il profilo più comune tra i 45
destinatari di misure cautelari - 31 albanesi e 14 italiani -
raggiunti dai carabinieri di Cuneo nell'ambito di due vaste
indagini antidroga, in corso da circa un anno sui territori di
Alba e Bra, nelle Langhe e nel Roero sotto il coordinamento
della procura di Asti. Molti spacciatori arrivavano in Italia
dall'Albania con visto turistico e si avvicendano con altri alla
scadenza del permesso.
Tra gli indagati ci sono consumatori abituali che mettevano
in piedi a loro volta una piccola attività di spaccio. Ma anche
alcuni insospettabili, come la coppia di Bra, marito e moglie,
che nascondeva la droga fuori dalle rispettive abitazioni e poi
andava a riprenderla, col figlio minore al seguito: la cocaina
in questi casi veniva chiusa in barattoli e sotterrata nel
terreno. I clienti venivano contattati con un generico accenno
su Whatsapp per combinare lo scambio in strada, nei parchi
pubblici o davanti alle scuole. C'era anche un tacito accordo
per la divisione delle piazze di spaccio: i "braidesi" non si
facevano vedere sul territorio del gruppo "albese" e viceversa.
Le indagini hanno coinvolto circa duecento carabinieri sono
stati sequestrati 1,5 chilogrammi di cocaina, 266 grammi di
marijuana e 184 di hashish. A questo si aggiungono i sequestri
dopo le perquisizioni di oggi: 860 grammi di cocaina, 415 di
marijuana, 8.9 kg di hashish e 600 grammi di olio di hashish.
Nelle abitazioni sono stati rinvenuti anche 12.930 euro in
contanti, una pistola semiautomatica Beretta cal. 9x21 e una
trentina di proiettili, oltre a tutto il materiale per la
pesatura e il confezionamento delle dosi.
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