Il Piemonte ha fatto passi avanti,
ma è ancora lontano dal raggiungimento dei 17 Obiettivi di
sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 dell'Onu. I punti dolenti
sono povertà, acqua e servizi igienico sanitari, biodiversità e
giustizia, mentre dal 2020 al 2021 migliorano salute,
istruzione, energie rinnovabili, innovazione e infrastrutture,
consumo e produzione responsabili. Emerge dal terzo Rapporto "I
territori e lo sviluppo sostenibile" dell'ASviS, l'Alleanza
Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.
Il Piemonte è tra le regioni con più alta intensità di
ricerca (2,3% del Pil nel 2020) e specializzazione nei settori
ad alta tecnologia (3,7% degli occupati nel 2020). Aumentano le
famiglie con connessione a banda larga (77,5% nel 2021) e i
lavoratori della conoscenza (16,5%). Tra il 2012 e il 2020
registrano un segno positivo l'energia da fonti rinnovabili
(+4,7%) e l'efficienza energetica (+6,5%). E' in crescita la
raccolta differenziata (+3,8%) e si riduce la produzione
pro-capite (-3,3%). Sono di più medici e infermieri (+0,3 per
1.000 abitanti), mentre si riducono i posti letto negli ospedali
(-0,4 per 1.000 abitanti). Nel 2021 la speranza di vita alla
nascita migliora, dopo il calo del 2020, ma è ancora inferiore
al 2019 (-0,5 anni). Diminuisce l'uscita precoce dalla scuola
(-6,4%) e aumentano laureati e diplomati (+7,4 e +7,3%), mentre
si riducono le persone che leggono libri e giornali (-7,2%).
Tra le cose che vanno peggio c'è il sovraffollamento degli
istituti di pena. Tra il 2019 e il 2021 aumenta la durata media
dei procedimenti civili (da 195 giorni a 213), comunque migliore
del dato Italia (416 giorni). Sempre di più le truffe e frodi
informatiche (nel 2020 5,3 per 1.000 abitanti, triplicato dal
2010). Cresce la povertà relativa familiare (+2,2%) e, tra il
2019 e il 2021, sono più che raddoppiate le persone che vivono
in abitazioni con problemi strutturali (10,3% nel 2019, 21,7%
nel 2021). Aumentano le persone che non si fidano nel bere
l'acqua del rubinetto, anche l'efficienza delle reti idrica è
stabile .Diminuiscono gli utenti di mezzi pubblici (9,8% nel
2021 contro il 18% nel 2010)
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