"Non ho mai vissuto un solo
momento in cui non fossi convinta di vincere. Le istituzioni si
possono, si devono sfidare, se si è certi di stare dalla parte
giusta. Allora la battaglia smette di essere personale e diventa
una battaglia di civiltà, per il bene di tutti, e per le stesse
istituzioni". Così Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, in
occasione della presentazione al Salone del Libro di Torino del
libro scritto a quattro mani con Andrea Franzoso 'Stefano. Una
lezione di giustizia' uscito recentemente per Fabbri Editore.
"Non è stato facile rendere pubblico un dolore così forte -
ha aggiunto Ilaria Cucchi - riguardare tante volte le foto del
corpo martoriato di Stefano. In genere davanti a tragedie simili
una persona si chiude nel silenzio, ma sono contenta di averlo
fatto nonostante tanti attacchi e insulti alla mia famiglia.
L'ho sentito come un dovere perché fatti del genere non accadano
più, o, più realisticamente, non vengano tenuti nascosti. Solo
ieri nell'aula bunker del carcere di Rebibbia si è tenuta
l'ennesima udienza del processo cosiddetto Cucchi ter, quella
sui depistaggi. In un'aula vicina c'era un'udienza per il caso
Regeni. Mi sono sporta per salutare i familiari, sono storie che
hanno molti elementi in comune. Storie di ordinaria ingiustizia
che è giusto, giustissimo che voi ragazzi conosciate".
"Io sono stato nell'Arma per 10 anni e ne sono uscito col
grado di capitato - ha aggiunto Franzoso, divulgatore di cultura
civica, soprattutto nelle scuole - e posso dire che la maggior
parte dei carabinieri e dei poliziotti che ho conosciuto sono
ottime persone. Dipende sempre, soprattutto per i comandanti, se
a spingerli nell'agire sia il senso di giustizia o la voglia di
fare carriera. Per questi ultimi, i casi di cui si occupano sono
numeri e vanno all'accumulo. Per alcuni di loro, Stefano fu un
numero invece di un uomo in difficoltà come può essere un
giovane che consuma droghe. Nascondere le ingiustizie
all'interno delle istituzioni, promuovendo un clima di omertà
diffuso, è un'altra ingiustizia. Abbiate il coraggio di non
permetterlo nelle vostre vite, ricordandovi che il coraggio è
contagioso".
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