(di Gianluigi Basilietti)
Mura squarciate e
controsoffitti crollati. Nei sotterranei un tempo si produceva
vino, l'ultimo piano si affaccia, invece, su un grande terrazzo
coperto in stile gotico veneziano. Un autentico gioiello. E'
l'ex palazzo Paparelli di Muccia, la cui costruzione originaria
risale al XIII-XIV secolo. Nelle intenzioni del sindaco, Mario
Baroni, e dell'intera amministrazione comunale di questo piccolo
borgo del Maceratese colpito dal sisma del 2016, dovrà diventare
la nuova sede del Municipio.
"Sono tre le priorità che ci siamo dati nella ricostruzione
pubblica: la nuova sede comunale, la casa di riposo e il teatro"
spiega Baroni. Palazzo Paparelli era stato acquistato prima
degli eventi sismici del 2016, che adesso l'hanno reso
completamente inagibile, ma l'ANSA è potuta entrare nelle tante
stanze sconquassate e vedere da vicino le profonde ferite
inferte dal terremoto e lo stato di abbandono in cui oggi versa.
"Serviranno circa 7 milioni di euro per ristrutturarlo",
stima il sindaco. "Nei sotterranei mi piacerebbe realizzarci un
museo del vino, da piccolo ci ho pigiato l'uva pure io", ricorda
il primo cittadino. Ma il grosso che attende di essere
restaurato è tutta la parte superiore. Al secondo piano si
accede attraverso due scalette metalliche appoggiate ai muri
provvisoriamente. I solchi sulle pareti e i legni penzolanti
fanno da cornice a uno scenario apocalittico che è un po' la
sintesi di quello che è il centro storico di Muccia, ancora
tutto in "zona rossa", se si esclude la piazza principale dove
spicca il campanile con l'orologio tornato in funzione.
"Abbiamo voluto rimettere in moto il tempo come a dire: la
vita qui a Muccia è ripartita", spiega Baroni. Che non si fa
illusioni sugli anni che ci vorranno per far rinascere il borgo:
"Ne serviranno una ventina per tornare a come eravamo".
Un'eternità. "Ma abbiamo voglia di ricominciare e quindi
dobbiamo mettere in campo tutte le azioni necessarie perché
Muccia torni a vedere la luce", dice ancora il sindaco che si è
posto l'obiettivo di riaprire via Varano, il corso principale
del paese, entro pochi mesi. "Stiamo attendendo - racconta - la
messa in sicurezza di una palazzina e poi potremo tornarci a
camminare".
Baroni fa parte di quel gruppo di sindaci marchigiani che di
recente si sono rifiutati di andare a Roma a incontrare di nuovo
il Governo. "Sono tre anni che diciamo le stesse cose, non c'è
la volontà di ricostruire questi luoghi. Penso - sottolinea -
che finanziariamente questo Paese non sia in grado di affrontare
la ricostruzione post terremoto". Pessimismo e voglia di
rinascere si mescolano nelle parole del primo cittadino che
mostra via per via un centro storico che si potrebbe definire
"fantasma" se non fosse che è abitato da una sola persona:
Domenico Pietrella, pensionato di 70 anni, la cui casa,a ridosso
della futura sede del Comune, non ha avuto neppure in graffio.
Attorno il panorama è fatto di crolli e puntellature e così
il giardinetto curato, che completa questo piccolo alloggio a
ridosso di quello che dovrà diventare il Comune di Muccia,
assume i contorni di un piccolo eden in un deserto di macerie.
Ma vivere da solo nel borgo non è facile: "appena posso me ne
vado fuori così da poter incontrare altre persone. Di avere la
mia casa sono felice, ma quando la sera vi faccio ritorno
avverto sempre un po' di tristezza".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA