Nel 2023 sono state richieste e
autorizzate complessivamente 16,4 milioni di ore di Cassa
integrazione (Cig), Fondo integrativo salariale (Fis) e altri
fondi di solidarietà. L'intero ammontare è quasi totalmente
ascrivibile alla sola Cig (ordinaria, straordinaria e in
deroga), che si attesta a 16 milioni di ore, +525mila ore
(+3,4%) rispetto al 2022. In confronto al 2022, il ricorso alla
Cig nelle Marche osserva un andamento opposto a quello
registrato nell'area del Centro (-27,4%) e in Italia nel
complesso (-12,7%). Il ricorso a FIS e altri fondi arriva a
400mila ore.
È il quadro che emerge dai dati Inps, elaborati dall'Ires
Cgil Marche. L'industria assorbe la maggior parte delle ore
autorizzate (15,1 milioni di ore), +7,5% rispetto al 2022:
meccanica (+1,1 milioni di ore), legno (+36,1%), carta, stampa
ed editoria (+210%). Le ore registrate nel terziario sono 291
mila (-69,1%). Nell'edilizia, 551 mila ore, +33,7%. Per il
terziario, le ore autorizzate di Cig sono quasi totalmente
ascrivibili al settore degli studi professionali, vigilanza e
case di cura (226 mila ore), unico settore che dal 2022 ha visto
una crescita della CIG (+130,8%).
"È evidente che l'aumento della richiesta di cassa
integrazione nei settori dell'industria e dell'edilizia sia un
segnale della crisi che stanno vivendo le imprese trainanti
l'economia marchigiana", commenta Eleonora Fontana, Cgil Marche.
"Tutto ciò - conclude - rischia di avere pesanti ricadute
sull'occupazione e sul Pil regionale e ci fanno temere di essere
prossimi alla recessione".
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