"No alla 'mattanza di Stato dei
disabili', cioè suicidio assistito ed eutanasia" e invece
"diritto universale a nascere che va inserito nella nostra
Costituzione" mentre la legge 194 per l' interruzione volontaria
di gravidanza "non va rivista, va asfaltata". Sono i temi
portanti della campagna elettorale di Alternativa per l'Italia,
il partito lanciato da Mario Adinolfi, fondatore del Popolo
della Famiglia, e Simone di Stefano, ex CasaPound. Ad
illustrarlo oggi lo stesso Adinolfi, durante la presentazione on
line dei candidati marchigiani che fanno capo essenzialmente al
Popolo della Famiglia. "Le Marche sono per noi un banco di prova
importante, guardiamo al 25 settembre come punto di partenza di
un'avventura che ci porterà a presentarci anche alle comunali di
Ancona e in altre città che vanno al voto nel 2023", ha
annunciato Adinolfi, salutando "la fine della peggiore
legislatura di sempre, caratterizzata dalle maggiori violazioni
di diritti costituzionali " con l'imposizione del Green pass.
"Ogni candidato della nostra lista - ha assicurato -, si
presenta senza interessi personali ma ha pagato e continua a
pagare di persona le proprie scelte". Capolista alla Camera è
Fabio Sebastianelli, animatore del Popolo della famiglia,
piccolo imprenditore artigiano che ha partecipato alla Missione
Arcobaleno nei Balcani nel 1999 per l'accoglienza dei profughi
kosovari in Albania. Capolista al Senato è Cristiana Di Stefano,
disabile a causa della sclerosi multipla. Tra in suoi obiettivi
"l'innalzamento delle pensioni minime per i disabili a mille
euro indipendentemente dall'Isee; un piano nazionale socio
sanitario che elimini le diseguaglianze e disparità nei servizi
e trattamenti destinati ai disabili; modifica della finalità
nella legge 104 di modo che il destinatario e beneficiario sia
la persona non autosufficiente; bollette della luce a carico
dello Stato per i disabili che vivono attaccati alle macchine,
per i quali la corrente elettrica è vita". Sempre in lista per
il Senato Gabriele Cinti e Rita Boccia. Per la Camera scende in
campo la docente universitaria Clara Ferranti, attivista pro
vita, definita "la prof dell'Ave Maria, seguita da Oscar
Piergallini, Lorena Narcisi.
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