Elica risponde con la messa
"in libertà" allo sciopero a scacchiera avviato dal 21 giugno
dagli operai dello stabilimento di Mergo (Ancona) di Elica
nell'ambito dalla vertenza contro il piano strategico che
prevede esuberi, delocalizzazioni e la chiusura di uno
stabilimento. Immediata la reazione dei lavoratori che ieri
"hanno deciso di fermare completamente la produzione proclamando
uno sciopero di tutto lo stabilimento per l'intera giornata"
annunciano i sindacati che gridano alla "serrata". "Vale a dire
- spiega in una nota il coordinamento sindacale Fiom, Fim, Uil
-, mettere in libertà una parte del personale che stava
lavorando, negando la prestazione lavorativa nei reparti non in
sciopero e intimando ad alcune persone di andarsene.
Successivamente ad altre e altri dipendenti che arrivavano per
iniziare il lavoro nel secondo turno, al momento dell'ingresso
in stabilimento veniva consegnata una comunicazione con la quale
si ordinava di non entrare in fabbrica, ma di ripresentarsi dopo
3 ore, con la pretesa che le persone se ne andassero fuori dai
cancelli ad aspettare sotto il sole cocente, negando anche un
riparo a chi era arrivato in macchina con altri colleghi ai
quali, invece, il lavoro era stato concesso", denunciano le
parti sociali. Secondo il coordinamento sindacale "è salita la
tensione e si è reso necessario l'intervento di Digos e
carabinieri per riportare la calma". "Mettere in libertà le
persone per mancanza di materiali, con la cassa integrazione
aperta, che si sta utilizzando da oltre un decennio, è una
scelta che sembra davvero provocatoria. Una condotta a nostro
avviso antisindacale che stiamo valutando se portare
all'attenzione dell'Autorità giudiziaria", scrivono dal
Coordinamento sindacale unitario di Elica. "Sicuramente un bel
modo di avvicinarsi all'incontro del 30 giugno al Mise",
concludono i sindacati.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA