Assoluzioni nel merito dall'accusa
di tentata estorsione e proscioglimenti per prescrizione
dall'altra imputazione di favoreggiamento e per un imputato,
anche per questa contestazione, l'assoluzione. Si è chiuso così
a Milano il processo a cinque imputati, ex vertici dei Legionari
di Cristo, che erano finiti indagati nell'inchiesta, passata nel
tempo da Novara a Milano, su presunte pressioni per far
ritrattare una vittima di abusi. Abusi commessi, come già
stabilito dalla Cassazione, nel seminario di Novara della
congregazione religiosa dall'allora rettore Vladimir Resendiz
Gutierrez, già condannato con sentenza definitiva a 6 anni e
mezzo e ridotto allo stato laicale.
Al centro del processo c'erano, per l'accusa, due scritture
private che sarebbero state sottoposte, per la firma, tra
ottobre e dicembre 2013, ai familiari del ragazzino, che
all'epoca aveva 12 anni, per ottenere una ritrattazione della
denuncia per violenza sessuale. Il pm Alessia Menegazzo aveva
chiesto che venisse dichiarata la prescrizione, con una sentenza
di "non doversi procedere", per entrambe le accuse. Oggi è
arrivata la sentenza del giudice della quarta penale Caterina
Ambrosino.
Il Tribunale, ha spiegato l'avvocato Umberto Ambrosoli, uno
dei difensori, ha assolto nel merito "per la parte più
significativa" delle imputazioni, ossia la tentata estorsione, e
"siamo assolutamente soddisfatti perché dopo 9 anni si è
arrivati a capire" che la "vera intenzione" dei componenti delle
congregazione religiosa era "aiutare chi aveva chiesto aiuto".
Per l'avvocato Daniela Cultrera, parte civile per i genitori del
ragazzo, "c'erano anche i presupposti per riconoscere la tentata
estorsione, però allo stesso tempo è stata riconosciuta la
responsabilità nel favoreggiamento", dichiarato prescritto.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA