Il risveglio di un paese, alla fine
del primo lockdown, nei passi di danza dei ballerini. L'emozione
di ricominciare una vita normale, ritrovarsi sul palcoscenico
anche se davanti ad un teatro pieno a metà, accogliendo
applausi, sorpresi dai bagliori delle mascherine nel buio della
platea. Per scivolare poi di nuovo nell'emergenza e in un altro
stop. Non è solo la storia di un teatro dietro le quinte e dei
suoi protagonisti, la docuserie 'Corpo di Ballo. L'Avventura di
Giselle alla Scala', 12 puntate in onda dal 30 aprile in
anteprima esclusiva su RaiPlay, ma anche la parabola di un anno
drammatico e senza precedenti, tra paure e aspettative ma
soprattutto di speranza e fiducia.
Dodici puntate che coprono un arco temporale di sei mesi,
dallo scorso anno quando, finito il primo lockdown, la Scala
stava per riaprire in autunno la sua stagione con uno degli
appuntamenti più attesi, il Gala di Balletto, per mettere poi in
scena 'Giselle'. In quei mesi le telecamere hanno seguito i
ballerini, nella loro vita privata e professionale, mentre
escono da casa e attraversano una Milano ancora incredula, i
loro volti, come quelli di tutti, nascosti dalle mascherine, per
raggiungere il Teatro alla Scala, tornare agli esercizi, le
prove, fino a ritrovarsi sul palcoscenico.
"Partecipare a questo progetto è stata una esperienza molto
emozionante anche se non semplice - ha raccontato all'ANSA
Claudio Coviello, 29 anni, primo ballerino del Teatro alla
Scala, uno dei protagonisti della docuserie -. Noi siamo
abituati ad esprimerci con il corpo, con le parole è stato un
po' più difficile, ma alla fine non facevamo più caso alle
telecamere". "Sono contento che questa docuserie faccia arrivare
al grande pubblico cosa c'è dietro un balletto, i sacrifici, le
ore di esercizi - ha aggiunto -. Non ci sente mai arrivati,
perché per noi ogni successo è un nuovo punto di partenza".
'Corpo di Ballo. L'Avventura di Giselle alla Scala' è
prodotto da Panamafilm con RaiPlay in collaborazione con Il
Teatro alla Scala di Milano e Intesa Sanpaolo.
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