Sono 1335 le tonnellate di
alluminio raccolte e recuperate in Italia nel 2019 grazie al
progetto di Nespresso da Chicco a Chicco, per la raccolta e il
riciclo delle capsule esauste in Italia. Un numero in crescita
di quasi un terzo (il 31% in più) rispetto all'anno precedente,
grazie anche all'aumento dei punti di raccolta che sono saliti a
116, fra punti vendita in cui si possono lasciare le capsule
usate o isole ecologiche, cioè 17 in più.
"Siamo molto orgogliosi degli ottimi risultati raggiunti
finora dal nostro progetto, che - dichiara Marta Schiraldi,
Technical and Quality Director Nespresso Italiana. - ci
permette, grazie al contributo dei nostri consumatori, di
limitare l'impatto ambientale del consumo di caffè in capsule e
favorire il riciclo di alluminio nel nostro Paese".
Le capsule vengono portate in un impianto di Brescia dove
l'alluminio viene separato dal caffè. Il primo è destinato alle
fonderie, mentre il caffè viene trasformato in compost e
successivamente portato in una risaia in provincia di Novara. Il
riso prodotto grazie a questo concime naturale, riacquistato da
Nespresso, viene infine donato a Banco Alimentare della
Lombardia - a cui ad oggi sono state donate 2 milioni 954 mila
porzioni di riso - e a Banco Alimentare del Lazio.
"Abbiamo deciso fin dal 2011 di dare il nostro supporto al
progetto di recupero delle capsule da caffè in alluminio di
Nespresso - ha ricordato Giusi Carnimeo, Responsabile Raccolta,
Riciclo e Recupero del Consorzio CIAL -, che bene esprime i
vantaggi ambientali del riciclo dell'alluminio. Per il Consorzio
CIAL, il cui obiettivo principale è garantire l'avvio a riciclo
dei rifiuti di imballaggio in alluminio che in Italia ha
raggiunto il 70% nel 2019".
Da Chicco a Chicco è nato infatti nel 2011 grazie a una
convenzione - rinnovata a gennaio 2018 - con CiAl (Consorzio
Nazionale Imballaggi Alluminio), Utilitalia e CIC (Consorzio
Italiano Compostatori), e ad oggi Nespresso ci ha investito
oltre 6 milioni di euro.
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