Roberto Molinari, il detenuto del
carcere di Marassi a Genova che sarebbe stato ucciso nella sua
cella dal suo compagno Luca Gervasio, forse è stato colpito "per
non fare la spia". E' quanto emerge dall'ordinanza di custodia
cautelare emessa nei confronti di Gervasio, che è stato
arrestato ieri. Nel documento il giudice riporta un elemento
emerso dalle indagini della squadra mobile di Genova. La
vittima, il 10 settembre, tre giorni prima dell'omicidio, era
stato aggredito in cella ed era finito in infermeria dove però
aveva detto di essersi ferito cadendo dal letto a castello. Il
medico non gli aveva creduto e nel referto aveva scritto che le
lesioni erano compatibili con una aggressione. Per questo il
comandante della polizia penitenziaria aveva fissato per il 13
l'audizione dei due detenuti. Non solo. La notte della prima
aggressione, un agente era entrato nella stanza dei due e aveva
chiesto a Gervasio "perché dici a Molinari di non fare la spia?
Vuol dire che hai fatto qualcosa".
Il 13 mattina, però, Molinari viene trovato morto,
massacrato con almeno otto colpi inferti con la gamba di un
tavolino di legno. L'omicidio è stato in parte ripreso dalle
telecamere esterne dei corridoi della sezione. L'assassino in
passato era stato dichiarato semi infermo per tre volte. Ha
spesso cambiato carcere per le sue intemperanze. Uno dei
detenuti ha pure raccontato che "una volta ha cercato di
ammazzare un compagno di cella con una penna mentre dormiva".
Questi elementi saranno approfonditi dalla procura per capire se
i due non dovessero essere separati.
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