Il masso di Cichero non è
interessante perché le incisioni che riporta non sono dell'uomo,
ma della natura. È il giudizio della sovrintendenza ligure sulla
base di una relazione di esperti che hanno esaminato il masso di
arenaria di circa 15 metri quadrati rinvenuto a 800 metri di
altitudine sulle pendici del monte Ramaceto, in località Cichero
nel comune di San Colombano Certenoli, entroterra del Tigullio.
Si tratta di incisioni regolari, tanti tagli ripetuti. Una
doccia fredda per chi in quella roccia aveva visto un rilancio
turistico: una donna originaria della Fontanabuona residente a
New York aveva donato 7 mila euro per ripulire il sentiero che
porta al masso, risistemare e mettere in sicurezza l'area e
apporre una cartellonistica adeguata. E con la promessa che
sarebbero arrivati altri fondi per approfondire gli studi. Quei
segni il professor Giovanni Mennella, crittografo, li aveva
valutati incisioni dell'uomo: segni religiosi o contabili. E
invece non è così. Il pool di esperti incaricato dalla
Sovrintendenza ha detto che quei segni sono riconducibili a
processi naturali di fratturazione della roccia e dunque il
masso non ha interesse archeologico.
"Ci siamo rimasti male - rivela la consigliera comunale Carla
Casella - il prof. Mennella mi ha detto che presenterà una nuova
relazione che avvalora la sua tesi. Di sicuro c'è che il masso
di Cichero sia una pietra molto interessante e che al di là di
come quei segni siano stati fatti, può risultare da visitare".
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