Diciannove opere immersive, che
vivono dell'interazione con il pubblico, in organica continuità
con gli spazi disegnati da Zaha Hadid, loro stessi opera
ambientale. Al confine tra arte, architettura e design si apre
al Maxxi di Roma una mostra in collaborazione con la Haus der
Kunst Monaco: Ambienti 1956-2010 - Environments by Women Artists
II.
La mostra originale ideata e prodotta dalla Haus der Kunst
Monaco 2023, Inside Other Spaces. Environments by Women Artists,
si fermava però al 1976: il Maxxi prosegue invece la ricerca
dell'istituzione tedesca e ne amplia la cronologia originaria
arrivando fino al 2010, anno del completamento dell'architettura
del Museo progettato da Zaha Hadid.
È la prima esposizione dell'anno e ne vuole essere il
"capodanno artistico" dice il presidente, Alessandro Giuli che
accompagnando il primo pubblico accolto a vedere l'esposizione
mette in chiaro: "Questa è una mostra che non si mostra ma che
si fa esperire".
È anche una "mostra manifesto", e non solo per la
collaborazione con una importante istituzione culturale
internazionale ma anche perché la prima grande mostra dell'anno
del Maxxi è anche una collettiva femminile che riconosce e
celebra la centralità delle artiste "in un profondo senso
simbolico".
La mostra si focalizza infatti sul contributo delle artiste
donna alla storia delle opere ambientali e indaga sugli aspetti
critici della natura dell'arte ambientale facendo emergere temi
come il rapporto con lo spazio pubblico, l'introduzione delle
nuove tecnologie e il conseguente coinvolgimento attivo degli
spettatori.
Realizzata a cura di Francesco Stocchi, nel suo primo anno di
direzione artistica, con Andrea Lissoni, Marina Pugliese, la
mostra espone opere di Micol Assaël, Monica Bonvicini, Judy
Chicago, Lygia Clark, Laura Grisi, Zaha Hadid, Aleksandra
Kasuba, Kimsooja, Christina Kubisch, Léa Lublin, Nalini Malani,
Marta Minujín, Tania Mouraud, Pipilotti Rist, Martha Rosler,
Esther Stocker, Nanda Vigo e Tsuruko Yamazaki.
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