Via Gradoli, strada romana famosa
per il covo delle Br nel sequestro di Aldo Moro nel 1978, si
intreccia con il processo sulla Strage di Bologna. Nella stessa
via, infatti, anche i Nar di cui faceva parte Gilberto
Cavallini, imputato a 39 anni dall'attentato, avevano due covi,
nel 1981. E gli appartamenti in uso ai terroristi di estrema
destra, così come quello delle Br, erano riconducibili a società
immobiliari e a personaggi legati ai 'Servizi segreti deviati',
in particolare al Sisde.
Il collegamento è stato scoperto e viene messo in luce,
apprende l'ANSA, dal collegio di parte civile, con la richiesta
alla Corte di assise di acquisire atti e sentire alcuni nuovi
testimoni, tra cui Domenico Catracchia, amministratore di
condominio dell'immobile di via Gradoli 96, dove si nascondevano
le Br oltre che amministratore della società proprietaria dello
stabile. Un nome che ritorna quando furono individuati i covi
Nar, a lui riconsegnati in quanto titolare, di nuovo,
dell'immobiliare di riferimento.
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