La direttiva annunciata dal ministero
dei Trasporti Matteo Salvini per limitare la libertà dei sindaci
in tema di velocità massima delle auto nei centri abitati,
finirà al Tar del Lazio.
Lo afferma il Codacons, che annuncia ricorso al tribunale
amministrativo per ottenere l'annullamento dei provvedimenti
annunciati dal Ministro Salvini.
"La direttiva del Mit in tema di limiti di velocità è
sbagliata sotto ogni punto di vista, e risulta un provvedimento
ingiustificato, abnorme e sproporzionato, una misura meramente
ideologica che si scontra con l'esigenza prioritaria di
garantire la sicurezza stradale e tutelare l'incolumità dei
cittadini. - spiega il Codacons - Sempre più città in Europa
stanno adottando nei centri urbani il limite massimo di velocità
di 30 km/h, ottenendo enormi benefici sia sul fronte
dell'incidentalità che su quello delle emissioni inquinanti, con
un miglioramento evidente della qualità dell'aria.
Diversamente da quanto sostenuto dal ministro Salvini, la
misura dei 30 km/h adottata da Bologna ma anche da altre
amministrazioni, non si applica a tutto il territorio comunale,
ma solo ad aree sensibili individuate direttamente dai sindaci,
a cui la legge italiana attribuisce il potere di intervenire in
materia, nel rispetto del Codice della strada. Inoltre,
contrariamente a quanto sostenuto dal ministro Salvini, il
limite di velocità di 30 km/h in alcune aree individuate dai
sindaci non compromette alcun diritto degli automobilisti, né
lede principi costituzionali. Semmai, l'unica facoltà ad essere
limitata è quella di mettere a rischio la vita di pedoni o
ciclisti attraverso una velocità di guida eccessiva".
Per tali motivi il Codacons annuncia sin da ora ricorso al
Tar del Lazio "contro qualsiasi direttiva del Mit tesa ad
impedire ai sindaci di limitare la velocità delle auto nei
centri abitati: col ricorso sarà inoltre chiesto al ministero un
risarcimento danni di 500.000 euro per atto illegittimo, da
versare al fondo vittime della strada".
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