La Madama Butterfly di Giacomo
Puccini ospitata dal Teatro Comunale di Bologna, secondo titolo
stagionale, allestita una decina d'anni fa a Torino da Damiano
Michieletto, ha avuto una buona accoglienza, soprattutto a fine
serata, da parte del pubblico che gremiva la Sala Bibiena. Lo
spettacolo, che il regista veneziano assieme allo scenografo
Paolo Fantin e alla costumista Carla Teti, traslano ai giorni
nostri, trasforma il Giappone immaginario di Puccini
nell'Oriente reale di oggi, in quella che potrebbe essere
qualsiasi capitale asiatica volgarmente colorata di insegne
luminose e grandi cartelli pubblicitari nel degrado di un
quartiere periferico popolato di escort e malavita.
In mezzo la casa, un parallelepipedo in plexiglass e porte
scorrevoli, che il protagonista, l'ufficiale americano
Pinkerton, ha predisposto per la quindicenne Cio-cio-san che sta
per comprare dal sensale Goro, una sorta di guappo con tanto di
codino e occhiali scuri, e che sposa per poi abbandonare.
L'ingenuità della ragazza le fa credere che prima o poi il
militare torni, ma quando ciò accade è solo per
comprarle/rapirle il bimbo nel frattempo è arrivato.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA