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Il tesoro della Cappella Palatina al Palazzo Reale di Palermo

Il tesoro della Cappella Palatina al Palazzo Reale di Palermo

Apre l'esposizione della Fondazione Federico II "Thesaurus"

PALERMO, 12 dicembre 2023, 14:55

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Novecento anni non sono bastati per far sbiadire il fascino e la bellezza del tesoro della Cappella Palatina di Palermo. Una parte consistente di questo patrimonio è da oggi esposta nella Sale del duca di Montalto del Palazzo Reale riunita in un'importante rassegna che s'intitola "Thesaurus", frutto di una sinergia tra la Fondazione Federico II e il Fondo Edifici di Culto, un'iniziativa che si avvale anche della collaborazione di diversi enti prestatori e di un pool di studiosi italiani e stranieri.
    La mostra, che s'inaugura il 12 dicembre e dal 13 sarà aperta al pubblico, offre al visitatore un lungo viaggio nel tempo alla scoperta di un periodo meraviglioso della storia siciliana. Gli anni della fabbrica del Palazzo, di cui la Palatina, uno dei monumenti più belli della Cristianità, è parte integrante. Sono esposti 56 reperti di grande valore artistico e storico, fra icone e sculture, argenti, pergamene, cofanetti in avorio e gioielli, che testimoniano l'importanza e l'unicità dell'insegnamento che dalla Sicilia dei Normanni, centro nevralgico del Mediterraneo, giunge fino a noi.
    Grazie a un allestimento sapiente, l'occhio dell'osservatore si perde nella contemplazione dei tanti messaggi che queste opere tramandano. "Thesaurus" presenta lavori di estrema raffinatezza, ma anche e soprattutto documenti di un'epoca di grande vivacità e di inclusione culturale, che ha visto lavorare insieme maestranze e artisti di origini e religioni diverse grazie all'azione illuminata di Ruggero II, della dinastia degli Altavilla e di Federico II. Il tesoro della Palatina è il simbolo tangibile di un'eredità multiculturale e di un'identità peculiare sviluppatasi attraverso i secoli, che costituisce un patrimonio prezioso da custodire e offrire alla fruizione.
    Fra i reperti esposti, una grande scatola d'avorio con incise scene di caccia e animali esotici, forse una raffigurazione del leggendario serraglio di Ruggero, e un fantasmagorico cofano arabo in legno, avorio, mastice nero e ottone a fusione con iscrizioni Naskhi, lo stile che si vuole inventato dal calligrafo persiano Ibn Muqlah Shirazi. È uno dei pezzi più pregiati del tesoro della Palatina, che il Di Marzo attribuisce a maestranze siculo-islamiche. Di chiara matrice bizantina nella loro ieratica staticità, sono invece le belle icone della Madonna Aghiosorìtissa e della Madonna della Perla del Museo Diocesano di Palermo e della Madonna Odigitria di Guglielmo II proveniente da Monreale. Fanno tenerezza i piccoli, eleganti gioielli in oro e pietre preziose dell'imperatrice Costanza d'Aragona, provenienti dalla Cattedrale di Palermo.
    Presenti in mostra anche dei bellissimi manufatti in argento cesellato, datati fra il XVII e il XVIII secolo, documento dell'abilità degli argentieri siciliani. Esposte anche le pergamene, sempre della Palatina, che aprono squarci di luce sulla grandezza di un Regno perduto, ma la cui eredità storica e morale arriva quasi intatta ai nostri giorni, grazie ai tanti capolavori di arte e architettura. Un esempio tangibile di come le fascinazioni di questo mondo si riflettano nella contemporaneità è rappresentato nella Sale duca di Montalto da due opere, una scultura e un dipinto dedicate a Federico II, di Mimmo Paladino.
    La mostra resterà aperta fino al 30 settembre 2024.
   

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