Torna 'a casa' a Mantova a Palazzo
Ducale un arazzo di Giulio Romano, commissionato da Federico II
Gonzaga, e realizzato su disegno del pittore da Nicholas Kercher
fra il 1539 e il 1540.
Di enormi dimensioni (quattro metri d'altezza per quattro e
mezzo di lunghezza), rimase senz'altro a Mantova fino al
Seicento. Se ne persero poi le tracce finché non riapparve a
Vienna all'inizio del '900. Nel 1972 fu lo storico dell'arte
Federico Zeri a comperarlo e a comprenderne il valore. Alla sua
morte gli eredi lo vendettero al collezionista Raffaele
Verolino, che lo ha fatto restaurare. Ed è' da lui che lo ha
acquistato il Ministero dei Beni culturali, grazie all'impegno
della Direzione generale Musei e la regia di Palazzo Ducale e il
supporto della fondazione Palazzo Té.
Per spiegare l'importanza dell'opera - che nella sua scena
centrale ripresa dalle 'Immagini' di Filostrato raffigura Venere
spiata da un satiro con un corollario di putti - basta dire che
un un frammento di cartone policromo che raffigura il dettaglio
dei puttini che giocano con una lepre è conservato al Louvre.
Questa nuova acquisizione è "un invito ad andare a Mantova in
visita, dunque, non appena sarà possibile" ha commentato il
direttore generale Musei Massimo Osanna ricordando che
"mantenere il nostro patrimonio artistico sul territorio
italiano è uno degli obiettivi del nostro Ministero".
"Tutto concorre a fare di questo arazzo un manifesto di
quella Età dell'Oro che fu il ducato di Federico II Gonzaga" ha
aggiunto il direttore di Palazzo Ducale Stefano Loccaso contento
che sia andata a buon fine la trattativa che ha definito
"complessa"
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