Sono alcuni elementi che emergono dall'anticipazione del rapporto economico per il trascorso esercizio elaborato dal Centro interdipartimentale per la ricerca in viticoltura ed enologia (Cirve) dell'università di Padova, presentato oggi a Pieve di Soligo (Treviso).
"In generale - ha rilevato Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela della denominazione - i volumi sono stati redistribuiti tra più canali di vendita, con l'esplosione dell'online. Inoltre, alcune aree tradizionali come Germania e Svizzera hanno continuato a premiarci e i cali di altri mercati, dovuti alle chiusure forzate di ristoranti e alberghi, sono stati compensati dallo sviluppo di clienti più giovani. La dinamicità che ci contraddistingue - ha aggiunto - è stata profittevole in un anno così sfidante".
In generale, le vendite sono cresciute in valore dello 0,4% rispetto all'anno prima, attestandosi a quasi 527 milioni, con un aumento nelle esportazioni, che nell'insieme valgono il 42% delle vendite complessive, del 2,2%. In Germania e in Svizzera, paesi che assorbono da soli il 34% dell'export, l'incremento è stato, nell'ordine, dell'8,5% e del 14,3%. Male invece il business nel regno Unito, con il 22% il primo mercato estero in assoluto, che nel 2020 è costato ai produttori del Prosecco Docg un calo di vendite oltremanica del 25,7%, così come è stata accusata una flessione importante negli Usa (-41,2%), benché l'area valga meno del 5% delle esportazioni. Oggi il territorio di produzione comprende 15 comuni in cui operano 182 case spumantistiche e 480 vinificatori.
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