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Artico, nel 2022 il picco dei ghiacci è stato raggiunto troppo presto

Artico, nel 2022 il picco dei ghiacci è stato raggiunto troppo presto

La loro estensione al decimo posto fra le più basse

23 marzo 2022, 15:36

Redazione ANSA

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Estensione attuale del ghiaccio marino artico in confronto a quella registrata nel periodo compreso fra il 1981 e il 2010 (fonte: Joshua Stevens/NASA Earth Observatory) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Estensione attuale del ghiaccio marino artico in confronto a quella registrata nel periodo compreso fra il 1981 e il 2010 (fonte: Joshua Stevens/NASA Earth Observatory) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Estensione attuale del ghiaccio marino artico in confronto a quella registrata nel periodo compreso fra il 1981 e il 2010 (fonte: Joshua Stevens/NASA Earth Observatory) - RIPRODUZIONE RISERVATA
I ghiacci marini dell’Artico quest’anno sembrano aver raggiunto il loro picco massimo con troppo anticipo: non a marzo, come normalmente avviene dopo la crescita invernale, ma il 25 febbraio. Lo testimoniano le immagini catturate dai satelliti del Centro nazionale per i dati su neve e ghiaccio della Nasa. Anche per questo motivo l’estensione del 2022 risulta al decimo posto tra le più basse mai registrate: poco meno di 15 milioni di chilometri quadrati, circa 770mila chilometri quadrati in meno rispetto a quelle del periodo compreso fra il 1981 e il 2010.

I cambiamenti nell'estensione del ghiaccio marino artico durante il periodo invernale (fonte: NASA's Scientific Visualization Studio)
Per stimare l’estensione dei ghiacci, i sensori dei satelliti raccolgono quotidianamente dati che vengono poi rielaborati nelle immagini giornaliere. Ogni immagine copre un’area di 25 chilometri quadrati, che viene utilizzata dai ricercatori per calcolare l’estensione dei ghiacci marini nelle zone in cui coprono almeno il 15% della superficie dell’oceano.I satelliti hanno cominciato a monitorare l’Artico nel 1979, e da allora hanno registrato un calo del 13% ogni dieci anni nelle estensioni massime invernali e del 2,7% in quelle minime raggiunte dal ghiaccio in estate. Cambiamenti che sono strettamente correlati al riscaldamento globale causato dalle attività umane. I dati raccolti dalla Nasa dimostrano anche che l’Artico è la regione del globo più colpita dai cambiamenti climatici in atto: si sta riscaldando tre volte più velocemente delle altre zone.In Antartide la situazione risulta meno drammatica, principalmente perché mentre il ghiaccio artico è circondato da terre, quello antartico ha intorno a sé solo l’oceano e può quindi espandersi più liberamente. Tuttavia, il contributo dei ghiacci marini antartici non sarà sufficiente a controbilanciare le perdite sempre maggiori che avvengono nell’emisfero settentrionale.

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