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Visti i resti della supernova del 1987

Visti i resti della supernova del 1987

Dal telescopio James Webb, c’è una stella di neutroni

26 febbraio 2024, 08:23

di Leonardo De Cosmo

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I resti della supernova comparsa nel 1987. Fonte: Hubble Space Telescope WFPC-3 - James Webb Space Telescope NIRSPEC/J. LARSSON - RIPRODUZIONE RISERVATA

I resti della supernova comparsa nel 1987.  Fonte: Hubble Space Telescope WFPC-3 - James Webb Space Telescope NIRSPEC/J. LARSSON -     RIPRODUZIONE RISERVATA
I resti della supernova comparsa nel 1987. Fonte: Hubble Space Telescope WFPC-3 - James Webb Space Telescope NIRSPEC/J. LARSSON - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono stati osservati per la prima volta i resti lasciati dall’unica supernova visibile a occhio nudo degli ultimi 400 anni: è una stella di neutroni nata in seguito alla violenta esplosione stellare osservata nel 1987. A scorgerla per la prima volta è stato il telescopio spaziale James Webb e i suoi dati sono stati analizzati nella ricerca coordinata da Claes Fransson, dell’Università di Stoccolma  e pubblicata sulla rivista Science.

Il 23 febbraio del 1987 tre rilevatori di neutrini solari hanno rilevato dalla Terra l’arrivo di strani neutrini e appena tre ore dopo divenne visibile nel cielo una nuova luce: una supernova chiamata Sn 1987A. Quei 23 neutrini rilevati furono i primi prodotti da una supernova ad essere mai stati osservati. Avevano percorso circa 168mila anni luce ed erano i primi messaggeri dell’enorme esplosione di una stella, almeno una decina di volte più grande del nostro Sole. Sn 1987A è stata la prima supernova visibile a occhio nudo dopo circa 400 anni, dopo quella studiata da Keplero nel 1604 e visibile persino di giorno, nonché la più studiata dalla scienza moderna; eppure, finora non era stato possibile avere certezza di cosa esistesse dietro quel bagliore.

La luce comparsa all’interno della Grande Nube di Magellano era certamente stata prodotta da un’esplosione stellare, ma la nube di gas e polveri espulse dall’esplosione non aveva finora permesso di comprendere cosa l’esplosione avesse lasciato alle sue spalle: se un buco nero oppure più probabilmente una stella di neutroni, una sorta di mini stella supercompatta. Puntando su Sn1987A gli strumenti del telescopio Webb ,operativo dal 2022, è stato ora possibile sciogliere il dubbio e avere la prima conferma diretta dell’esistenza di una stella di neutroni. A darne la prova è stata l’analisi spettrale dei gas rilevati attorno alla supernova, nella quale sono state osservate nettamente le linee di emissione di Argon, una presenza resa possibile solo da una sorgente di raggi X e ultravioletti – esattamente come farebbe una stella di neutroni – posta dietro ai gas.

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