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Contro il Parkinson una molecola che va dritta al cervello

Contro il Parkinson una molecola che va dritta al cervello

Bene i primi test su modelli animali

21 giugno 2021, 16:22

Redazione ANSA

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Neuroni (fonte: Leterrier, NeuroCyto Lab, INP, Marsiglia, Francia) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Neuroni (fonte: Leterrier, NeuroCyto Lab, INP, Marsiglia, Francia) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Neuroni (fonte: Leterrier, NeuroCyto Lab, INP, Marsiglia, Francia) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una molecola che va dritta al cervello per spegnere i sintomi della malattia di Parkinson: è quanto svilupperanno i ricercatori dell’Università Statale di Milano grazie a un finanziamento conquistato nell’ambito del programma di scouting Seed4Innovation, promosso da Fondazione UNIMI in collaborazione con la Direzione Innovazione e Valorizzazione delle Conoscenze dell’ateneo.

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa progressiva che porta a un continuo declino del controllo motorio e della qualità della vita. Quasi 10 milioni di persone soffrono di questa malattia e saranno 40 milioni nel 2040 a seguito del progressivo aumento dell’aspettativa di vita. Ad oggi non esistono farmaci davvero efficaci, perché le molecole potenzialmente utili non sono non in grado di superare la barriera ematoencefalica che separa il cervello dal circolo sanguigno.

Partendo da informazioni acquisite in quasi 50 anni di attività di ricerca nel campo del sistema nervoso centrale, il gruppo della Statale ha progettato una molecola, per la precisione un oligosaccaride chiamato OligoGM1, che mima alcune componenti delle membrane dei neuroni. Iniettato in mammiferi, OligoGM1 è risultato capace di superare la barriera ematoencefalica. Somministrato a topi affetti da Parkinson, ha portato a un rapido recupero delle funzioni motorie e biologiche.

L’obiettivo dei ricercatori è quello di portare avanti tutto il percorso di sperimentazione fino ai test clinici sull’uomo, nella speranza che l’oligosaccaride possa diventare un farmaco utile ai malati. Il progetto è portato avanti da un team di ricerca formato da Sandro Sonnino, Elena Chiricozzi, Laura Mauri, Maria Fazzari e Giulia Lunghi.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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