Via libera definitivo al decreto
sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti. L'aula del Senato
l'ha approvato per alzata di mano (quindi senza indicazione dei
voti).
In prima lettura alla Camera, il governo pose la fiducia
sul provvedimento, confermata il 20 febbraio scorso. Il decreto
- varato il 14 gennaio e frutto dei rincari di inizio anno, in
coincidenza con l'aumento delle accise su benzina e diesel - fu
al centro di polemiche e proteste. Da qui le 'correzioni'
introdotte dal governo: resta l'obbligo di esporre i cartelli
con il prezzo medio accanto a quello praticato ma si riducono le
sanzioni per chi viola le norme.
Altra novità è la app per conoscere i prezzi, a disposizione
degli automobilisti (per la realizzazione previsti 500 mila euro
per il 2023 e 100 mila euro per il 2024). Complessivamente si
tratta di modifiche che ricalcano l'accordo raggiunto tra
governo e gestori, ma a sorpresa, sulle sanzioni il taglio
effettivo è risultato più basso di quello annunciato con alcuni
scontenti. Nel dettaglio, il testo approvato conferma l'obbligo,
per i distributori, di esporre i cartelloni con la media dei
prezzi di riferimento accanto ai prezzi praticati. La misura,
che ha suscitato perplessità dell'Antitrust e critiche da parte
di Forza Italia, dispone in particolare l'esposizione negli
impianti presenti sulla rete non autostradale, del prezzo medio
regionale e, in autostrada, del prezzo medio nazionale praticato
sulla rete. Valori calcolati dal ministero delle Imprese sulla
base delle comunicazioni ricevute da tutti gli esercenti.
Riguardo alle sanzioni, sono previste multe tra i 200 e i 2000
euro per la violazione degli obblighi di esposizione o
aggiornamento settimanale dei prezzi e una griglia di giornate
di sospensione dell'attività. Il decreto inoltre rafforza i
poteri del Garante per la sorveglianza dei prezzi (il cosiddetto
'Mister prezzi') che dovrà fare una relazione trimestrale sui
prezzi per verificare e prevenire comportamenti scorretti e
deciderà la convocazione della Commissione di allerta rapida di
sorveglianza dei prezzi, istituita dal decreto stesso.
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