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101 motivi per essere un ragazzo o una ragazza

101 motivi per essere un ragazzo o una ragazza

In tempi di gender fluid come avere coscienza di sé con ironia e divertimento

09 ottobre 2018, 23:44

di Anna Lisa Antonucci

ANSACheck

adolescenti foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

adolescenti foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
adolescenti foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Anna Lisa Antonucci)- In questi tempi di grave incertezza, in cui anche l’identità sessuale dei giovani semba meno definita, due ironici libretti, che vanno consultati in contemporanea, forniscono, come si potesse scegliere da che parte stare, 101 motivi per essere un ragazzo o una ragazza. L’autrice, Beatrice Masini, aiutata da un famoso illustratore di fumetti Guillame Long, elenca i lati positivi dei due stati di genere tanto da poter rinforzare nel giovane lettore la coscienza di sé, ma con ironia e divertimento. Dunque, si parte dal nome, quelli da femmina sono più belli: nessun maschio potrà mai chiamarsi con il nome di un fiore (Margherita, Rosa, Viola) né con quello di un colore (Azzurra, Bianca..) o di una pietra preziosa (Diamante, Gemma, Esmeralda). In compenso ad un maschio è concesso di potersi sporcare moltissimo, ad esempio giocando a pallone, oppure di lavarsi meno o resistere a lungo all’acqua.

Se si è maschi si può essere molto disordinati e diventati grandi si può cucinare facendo finta di essere grandi chef, tanto c’è sempre qualcun altro che, dopo, mette a posto la cucina. ‘’Le femmine da grandi possono diventare mamme – rileva l’autrice – i maschi al massimo papà’’. Ma diventare mamme non è obbligatorio e se alle femmine non piacciono i bambini, consiglia Beatrice Masini, meglio lasciar stare.

I maschi possono essere molto sportivi o pochissimo sportivi. Possono perdere una gara e allenarsi come pazzi per vincere quella dopo, oppure decidere che quella cosa non fa per loro. I maschi possono far finta di essere dei duri per poi rivelare un cuore tenero. Alla femmina è concesso di fantasticare sul futuro quando sceglierà di fare la stilista, la scienziata, la ballerina, la pittrice o la regista. Oggi, rassicura Beatrice Maini, non c’è un mestiere che non funzioni anche al femminile. Se si è maschi, invece, non si smette mai di giocare, si può picchiare il proprio migliore amico per poi far la pace e andare avanti come se non fosse successo niente, ‘’o si può rubare la fidanzata o il fidanzato al proprio migliore amico ‘però in questo caso non si a avanti come se non fosse successo niente’’. Se si è femmine si può imparare a cucinare o essere cuoche disastrose, il mondo è pieno di buoni ristoranti o di uomini che cucinano. Si può piangere quanto si vuole. Nessuno dice niente se una ragazza piange, e a volte fa bene, dopo ci si sente meglio. Di contro si può essere dure o fare le dure. Ci si può concedere tempo per farsi belle, o sentirsi belle senza perdere troppo tempo. Si può prendere molto sul serio l’innamoramento ma si può anche smettere di essere innamorate. Ci si può trovare con il cuore a pezzi, ma anche imparare ad aggiustarsi il cuore.

I maschi possono spezzare i cuori ma saper aggiustare un sacco di altre cose, essere molto seri ma anche fare i pagliacci, essere impazienti o molto pazienti, sobri o frivoli, piccoli fuori e grandi dentro. Possono desiderare di essere uguali agli altri oppure diversi, anche loro possono piangere. Entrambi i libretti, Rizzoli editore, finiscono con una constatazione infinitamente consolante: ’’insomma si può essere quello che si vuole, diventare quello che si vuole, ed è magnifico’’.

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