"Abbiamo una convinzione. Gli europei
possono costruire un futuro nel quale le guerre siano illegali,
la terra viva e vegeta, i bambini liberi di crescere fuori dalla
paura e dal bisogno. Tutti, non soltanto quelli che nascono ai
piani alti della ziqqurat terribile che chiamiamo società
globale. Per farlo è necessario trasformare l'Unione Europea in
una Repubblica: la Repubblica d'Europa. Una Repubblica unita e
indivisibile, democratica, fondata sulla libertà e sulla
responsabilità. Niente di meno".
E' quanto sostengono gli autori di Isagor, un
libro-manifesto, dal 20 febbraio in libreria, per affermare la
necessità di ripensare il presente, La Repubblica d'Europa. Gli
autori affermano la necessità di ripensare in maniera radicale
la forma che vogliamo dare all'Europa ed auspicano la nascita di
una Repubblica d'Europa che, superando gli Stati nazionali,
costituisca una nuova realtà politica, economica, culturale e
strategica.
Otto autori (economisti, giuristi, giornalisti, antropologi,
formatori, politici) affrontano i nodi principali per
avvicinarci a questo unico futuro possibile.
Il primo appuntamento con La Repubblica d'Europa sarà
giovedì 28 febbraio nella Sala Conferenze - Ufficio del
Parlamento europeo a Milano a Palazzo delle Stelline.
Introduce e modera il giornalista Lorenzo Frigerio.
Saluto di Bruno Marasà, direttore dell'Ufficio del Parlamento
europeo. Intervengono tutti gli autori di Isagor: Mariachiara
Giorda, Sara Hejazi, Luca Mariani, Anna Mastromarino, Davide
Mattiello, Marco Omizzolo, Leonardo Palmisano, Francesca Rispoli
"C'è una parola - scrivono gli autori - che forse più di
"collettivo" esprime il concetto di un sodalizio che voglia
farsi carico dell'azione politica: "consorzio". Il termine
"consorzio" rimanda al comune destino che lega diversi
individui, rimanda alla corresponsabilità e cioè
all'interdipendenza di ciascuno da tutti gli altri. Da più parti
si alza il grido che l'Europa sia finita, che l'esperimento nato
dalla volontà di portare pace ed equilibrio economico al
continente sia fallito sotto i colpi di burocrazia,
immigrazione, finanza. Su questa tesi si costruisce il consenso
di cittadini arrabbiati, si propongono soluzioni estreme come
l'uscita dall'euro, si parla di un ritorno al sovranismo
nazionale, in un'ottica di chiusura al mondo che
verrà. Schiacciata da queste spinte e attaccata da più fronti,
l'Europa deve trovare una nuova strada per garantire a se stessa
e ai suoi cittadini uno spazio di diritti condivisi, di sviluppo
sostenibile e di capacità di accoglienza dei nuovi flussi
migratori del mondo. Uno spazio che sappia governare il proprio
tempo e non subirlo".
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