(ANSA) - PESCARA, 25 MAR - Sono circa 50.000 le famiglie che
in Italia hanno scelto nell'ultimo anno per i figli l'Istruzione
Parentale, strumento previsto dalla Costituzione, preferendola
alla scuola pubblica per svariati motivi: bullismo, qualità dei
docenti ritenuta scarsa o forme di disabilità che non consentono
una regolare frequenza. Nel Nord si moltiplicano le cosiddette
"scuoline", gruppi di studio tenuti da insegnanti privati o
genitori laureati. Un contesto nel quale entra in scena anche
l'Istruzione Famigliare che prevede la possibilità di sostenere
un solo esame a fine ciclo, mentre con la parentale è
obbligatorio un esame all'anno e comunque l'iscrizione formale a
una scuola pubblica. Scelte che in alcuni casi si sono scontrate
con tentativi delle istituzioni di ostacolare le procedure di
autorizzazione e sono finite nelle aule di Tribunale. Le
famiglie interessate, costituitesi in associazione, si sono
rivolte all'avvocato pescarese Anna Olivieri che si è vista
respingere alcuni ricorsi al Tar, ma conta di spuntarla al
Consiglio di Stato. In Abruzzo sono circa 1500 le famiglie che
hanno scelto la 'parentale'. "La Costituzione parla di obbligo
d'istruzione e non di iscrizione alla scuola pubblica" spiega
l'avvocato, alle prese anche con il Tribunale dei Minori
dell'Aquila che, in un caso, ha disposto addirittura
l'allontanamento di una ragazzina disabile alla quale i genitori
stanno comunque garantendo l'istruzione senza evadere l'obbligo
scolastico: "Sono già stati assolti dal Tribunale di Pescara -
dice Olivieri all'ANSA - ma il Tribunale dei Minori non cede,
disponendo che la ragazzina venga strappata all'affetto dei suoi
genitori". (ANSA).
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