(ANSA) - ROMA, 13 MAG - Il Consiglio di Stato, con un
articolato parere, pubblicato oggi, (il n. 832/2022) ha dato il
via libera allo schema di decreto legislativo contenente le
modifiche al Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza in
attuazione della direttiva 2019/1023/UE. "Si tratta di uno degli
interventi di riforma previsti dal Piano nazionale di ripresa e
resilienza (PNRR) come prioritari - sottolinea una nota di
Palazzo Spada - al fine di potenziare i meccanismi di allerta,
di completare la digitalizzazione delle procedure anche
attraverso la realizzazione di una piattaforma on-line e di
specializzare gli organi competenti per le procedure
concorsuali".
Il Consiglio di Stato, in particolare, ha condiviso la scelta
del Governo di trasfondere nel Codice la legislazione
emergenziale dei decreti legge n. 118 e n. 152 del 2021 e di
collegare l'entrata in vigore dell'attuazione della direttiva a
quella dell'intero Codice.
Apprezzata la scelta del Governo di rafforzare le procedure
di allerta della crisi e di arricchire il diritto interno con lo
strumento extragiudiziario della 'composizione negoziata'.
"Nell'ambito della armonizzazione della legislazione europea, -
prosegue il comunicato - il nuovo strumento si colloca sul
piano del rafforzamento degli strumenti di allerta precoce,
volti ad individuare il prima possibile situazioni economico
finanziarie che rendono concretamente probabile l'insolvenza del
debitore e per questo destinato ad operare prima dell'utilizzo
dei quadri di ristrutturazione preventiva". Caratterizzano la
'composizione negoziata': la volontarietà dell'accesso, il non
spossessamento dell'imprenditore, la limitazione delle parentesi
giudiziarie a quanto strettamente necessario anche alla garanzia
dei creditori, la presenza di un esperto terzo rispetto alle
parti con il ruolo di agevolare le trattative. Giudicato,
inoltre, favorevolmente, e anzi incoraggiato, il "costante
monitoraggio" sull'applicazione concreta del nuovo strumento,
tema sul quale il Consiglio di Stato, nei suoi recenti pareri,
ha sempre richiamato l'attenzione.
Il Consiglio di Stato ha posto l'accento "sulla necessità di una
formazione specifica, oltre che della nuova figura degli esperti
della composizione negoziata, anche dei Giudici e soprattutto
degli imprenditori, essenziale per conferire effettività agli
strumenti di allerta precoce". Ha poi sottolineato "la necessità
di un maggior coordinamento" con i "quadri di ristrutturazione
preventiva" e con gli altri strumenti di regolazione della crisi
previsti nel Codice o introdotti ex novo (come è per il piano di
ristrutturazione soggetto a omologazione), rilevando l'oggettiva
moltiplicazione degli strumenti e il rischio di possibili
sovrapposizioni e incertezze nella individuazione dei
presupposti per l'accesso all'uno o all'altro, a danno degli
obiettivi di semplificazione perseguiti dalla direttiva.
Critico - invece - il giudizio sul nuovo "piano di
ristrutturazione soggetto ad omologazione". Secondo il Consiglio
di Stato, "stante il gran numero di strumenti nazionali già
disponibili, sarebbe stato sufficiente, per l'attuazione delle
previsioni della direttiva, l'adattamento e la modifica del
procedimento unitario, degli accordi di ristrutturazione dei
debiti e del concordato preventivo in continuità aziendale
(oltre che del concordato minore), sulla base del principio di
semplificazione normativa e del divieto di introduzione di
profili di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalla
direttiva, posti dalla legge di delegazione europea". (ANSA).
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