"Forse facciamo ancora in tempo, la
riforma delle intercettazioni entrerà in vigore a luglio,
ripensiamoci, perché non è una buona riforma". L'Anm, con il suo
presidente Francesco Minisci, torna a criticare la riforma delle
intercettazioni, di cui contesta soprattutto la selezione degli
ascolti rilevanti da parte della polizia giudiziaria.
Intervenendo a una convegno su media e magistratura al Salone
della Giustizia, Minisci ha rilevato che "sul problema della
comunicazione delle intercettazioni sensibili non c'è norma che
tenga, bisogna seguire un processo di auto regolamentazione di
tutte le categorie interessate. Possiamo introdurre tutte le
gabbie che vogliamo, ma il problema - ha aggiunto - non lo
risolviamo senza un intervento deontologico".
"Con tutte le riforme che abbiamo avevamo bisogno di altre
norme? Io credo che di no, questa riforma delle intercettazioni
non risolverà il problema della pubblicazione e creerà altri
problemi al processo penale", ha concluso.
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