"La Federico II di Napoli ha da
tanti anni collaborazioni con atenei israeliani e palestinesi.
Lo facciamo in una logica di piena apertura delle Università,
confermata oggi anche dal ministro Bernini nella riunione con la
Crui, dove ha parlato della necessaria collaborazione e
condivisione del principio di non intolleranza negli atenei". Lo
ha detto all'ANSA il rettore della Federico II di Napoli, Matteo
Lorito, precisando che il 4 marzo l'ateneo ha siglato un accordo
di cooperazione con l'Università di Gerusalemme Al-Quds per la
cooperazione nei campi dell'insegnamento, della ricerca
scientifica e della formazione.
"Collaboriamo da 15 anni - spiega Lorito - con diverse
università palestinesi e israeliane, dagli atenei di Nablus in
Palestina e ora questa a Gerusalemme, ma abbiamo anche rapporti
di vecchia data anche con importanti università israeliane come
il Technion, l'istituto Israeliano di Tecnologia, e il Weizmann
Institute of Science. Noi non collaboriamo con gli Stati, ma
direttamente con le università, sapendo che nelle facoltà c'è
discussione, dialogo ma anche dissenso. Tutto questo significa
però lasciare le porte aperte al dibattito. Questa posizione è
condivisa anche dalla Crui e dal ministro Bernini, che ha
parlato di collaborazione e condivisione e del principio di non
intolleranza. Oggi considero questo un punto di incontro molto
importante".
Tornando sul dibattito alla Federico II con il direttore di
Repubblica Maurizio Molinari, annullato dopo le proteste dei
giovani, Lorito ha detto che "la piena libertà degli atenei
significa apertura a tutti senza militarizzazione, nè forze
dell'ordine, ma nelle università ci vogliono anche regole di
dibattito aperto. So che i giovani sono fortemente motivati da
un punto di vista politico ed emotivo su un conflitto così duro,
è naturale, perché l'università è lo specchio della società. Ma
in quel caso il tema non era Isreale e Palestina, ma il
Mediterraneo, con Molinari che ha scritto come sia conteso da
tante potenze. Nelle università tutti possono esprimere le
proprie opinioni ma non si può dire a qualcuno non puoi entrare
a parlare, come hanno fatto con Molinari. Tutti vediamo quello
che accade a Gaza e siamo sconvolti, ma non possiamo accusare
chi viene a fare un dibattito. Se dicessi che l'origine di
Molinari non gli consente di parlare negherei il senso
dell'università, è un dibattito che avrebbe arricchito tutti.
Non possono esserci preclusioni, è inaccettabile. Ora pensiamo
di riproporre quel dibattito, con il direttore Molinari che ci
farà sapere la sua disponibilità. Faremo un incontro per tutti
quei ragazzi che hanno atteso inutilmente".
Parlando in particolare della runione della Crui, Lorito già
a Roma aveva detto che "c'è stata una grande unità di intenti
nel condannare gli episodi di intolleranza, le università sono
aperte all'espressione di tutti, devono essere una casa di
libertà, massima apertura, massimo dialogo, dobbiamo fare sì che
gli episodi di intolleranza come quello avvenuto a Napoli non ci
siamo. La situazione è molto diversificata da ateneo ad atenei
ma si tratta sempre di minoranze piccole: a Napoli 250 ragazzi
volevano assistere al dibattito e 20 lo hanno impedito. Bisogna
ascoltare tutti, l'università è la casa dove si deve parlare di
tutto e con tutti. Il clima è sereno, certo tutto è un po' più
complicato, faremo eventi con prenotazioni e inviti, questa è la
conseguenza più triste. Abbiamo appena chiuso le prenotazioni
per Geolier, 500 posti prenotati in pochi secondi.
All'università di Napoli non c'è antisemitismo, lavoriamo e
parliamo con tutti. Noi abbiamo collaborazioni con le università
israeliane e interrompere questi rapporti è quanto di più
sbagliato, come le abbiamo con gli atenei palestinesi: se
chiudiamo questi ponti è finita".
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