La città di Napoli ha ricordato
oggi le sue vittime della Shoah. Diverse le iniziative che il
Comune di Napoli ha messo in campo per non dimenticare l'orrore
dell'Olocausto e le deportazioni nei campi di concentramento che
non risparmiarono nemmeno i più piccoli. E proprio in ricordo
del piccolo Sergio De Simone, in via Morghen, nel quartiere
Vomero, è stata apposta una pietra d'inciampo all'esterno della
casa in cui abitava con la famiglia. Il piccolo Sergio,
arrestato a Fiume nel 1937, fu deportato ad Auschwitz il 4
aprile 1944 e, dopo aver subito esperimenti 'medici', fu ucciso
ad Amburgo il 20 aprile 1945. Alla cerimonia hanno partecipato,
il fratello Mario De Simone, il presidente della V Municipalità,
Paolo De Luca, l'assessore comunale, Marco Gaudini, e
rappresentanti delle scuole. E sempre per ricordare una bimba
innocente vittima della follia nazifascista, l'assessore ai
Giovani, Alessandra Clemente, con il prefetto, Marco Valentini,
ha deposto una corona di fiori alla memoria di Luciana Pacifici,
nella piazzetta a lei dedicata nei pressi del borgo Orefici.
Luciana Pacifici è la più piccola delle vittime napoletane
dell'Olocausto: la bimba, nata a Napoli il 29 maggio 1943, fu
arrestata con la famiglia a Lucca nel dicembre dello stesso anno
e morì mentre era nel convoglio che la portava nel campo di
Auschwitz ad appena otto mesi di età. ''La Giornata della
Memoria è per la città di Napoli un impegno per il nostro
progetto di presente - ha detto l'assessore Clemente - è memoria
delle grandi ingiustizie del passato attraverso la quale bisogna
impegnarsi affinchè non accada più ad altri quello che è
accaduto alla Comunità ebraica. E' un impegno - ha aggiunto -
che passa attraverso le mura, i luoghi, le piazze, gli slarghi,
i nomi della città perché dare un nome alle cose è importante e
infatti quando gli ebrei erano deportati veniva tolto loro il
nome che diventava un numero''. Minuto di raccoglimento anche in
piazza Bovio dove lo scorso anno l'amministrazione posò nove
pietre d'inciampo per ricordare cittadini che da lì, dalle loro
case, furono deportati nei campi di sterminio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA