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Confcommercio:Algieri,legalità faro civiltà per territorio

Confcommercio:Algieri,legalità faro civiltà per territorio

Resi noti risultati indagine su usura e fenomeni illeciti

COSENZA, 28 marzo 2023, 13:26

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"La legalità rappresenta un faro di civiltà per il nostro territorio. Tutti abbiamo il compito di garantire alle nostre imprese di operare in condizioni di sicurezza. Le vittime dell'illegalità hanno bisogno della vicinanza delle istituzioni, del presidio del territorio da parte delle forze dell'ordine. E hanno anche bisogno del nostro sostegno, della nostra prossimità operosa. Tanto più in questo momento in cui la crisi economica e la crescente inflazione rendono le nostre imprese più deboli e maggiormente vulnerabili a questi fenomeni". E' quanto afferma il presidente di Confcommercio Calabria Klaus Algieri in occasione della Giornata della Legalità che compie dieci anni.
    Dall'analisi sulla diffusione dei fenomeni illegali emerge, secondo quanto riporta una sintesi dei principali risultati, che "un'impresa su dieci del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2022. L'usura è il fenomeno illegale percepito in maggior aumento dagli imprenditori del terziario di mercato (per il 25,9%). Il trend è più marcato al Sud e nel commercio al dettaglio non alimentare dove l'usura è indicata in aumento da oltre il 30% delle imprese. Più di un imprenditore su cinque ha sentito parlare di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività e, in particolare, il 10,3% ne ha conoscenza diretta. Il 'sentito dire' è decisamente più elevato al Sud (31,1%). Il 16,5% degli imprenditori teme fortemente il rischio di esposizione a usura e racket. Una preoccupazione che è più accentuata al Sud (18,1%)".
    Dall'analisi viene fuori, inoltre, che "di fronte all'usura e al racket il 59,4% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe denunciare, il 30,1% dichiara che non saprebbe cosa fare, il 5,3% pensa di non poter far nulla. Oltre sei imprese su dieci si sentono penalizzate dall'abusivismo e dalla contraffazione soprattutto per via della concorrenza sleale e della riduzione del fatturato. Il dato è più elevato al Sud (68,9%) e al Nord Ovest (68,3%)".
    Dalle stime dell'ufficio studi di Confcommercio "31mila imprese del commercio e dei pubblici esercizisono oggi ad elevato rischio usura. L'illegalità costa alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 33,6 miliardi di euro e mette a rischio 268mila posti di lavoro. La perdita annua in termini di fatturato e di valore aggiunto è pari all'8,9%. In dettaglio, l'abusivismo commerciale costa 9,1 miliardi di euro, l'abusivismo nella ristorazione pesa per 5,4miliardi, la contraffazione per 4,4 miliardi, il taccheggio per 4,8 miliardi.
    Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6,4 miliardi e i costi per la cyber criminalità 3,5 miliardi. Al Sud e Isole il 16% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel proprio territorio nel 2022, un valore significativamente superiore rispetto alla media nazionale pari al 10,3%. L'usura è il fenomeno criminale percepito in maggior crescita dagli imprenditori (per il 31,3% delle imprese), un dato decisamente più elevato rispetto a quello nazionale pari al 25,9%. Il 31,1% degli imprenditori ha avuto notizia di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona di attività, dato molto al di sopra della media nazionale del 21,4%. Le forze dell'ordine (39%), le associazioni di categoria e le organizzazioni antiusura (22,4%) sono i soggetti sentiti più vicini agli imprenditori minacciati. Il 18,1% degli imprenditori è molto preoccupato per il rischio di esposizione a fenomeni di usura e racket nella zona in cui opera, dato superiore alla media nazionale del 16,5%. Di fronte a fenomeni di usura e racket il 64,9% delle imprese ritiene che si dovrebbe denunciare (un valore superiore alla media nazionale pari al 59,4%) e il 41,2% dichiara che non saprebbe cosa fare (dato in linea con la media nazionale pari al 30,1%). Il 68,9% delle imprese si ritiene «molto o abbastanza» penalizzato dall'abusivismo e dalla contraffazione (dato superiore alla media nazionale del 65,1%).
    L'80% delle imprese del Sud ha investito in misure di protezione per la propria sicurezza e quella dei propri clienti: in particolare, in sistemi di videosorveglianza e di allarmi antifurto. Il 18,5% delle imprese del Sud hanno dichiarato che la qualità della vita è peggiorata nel corso dell'ultimo biennio (valore superiore alla media nazionale pari al 17,8%). I fattori che più di altri contribuiscono al peggioramento sono la diminuzione del reddito medio dei residenti, la riduzione della sicurezza personale, l'impoverimento dell'offerta formativa".
   
   

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