Domani la "legge sulla caccia" compie
30 anni e secondo un sondaggio del Wwf il 76% degli italiani è
contrario a questa attività e sarebbe d'accordo nel vietarla in
tutto il territorio nazionale. L'associazione ambientalista ha
anche stilato un report sulla legge 157 del '92 "Legge quadro
sulla caccia e sulla tutela della fauna selvatica" che documenta
come "quella che doveva essere una legge innovativa è stata sin
da subito tradita da chi avrebbe dovuto applicarla, le Regioni
innanzi tutto".
Anche per dare attuazione ai nuovi principi costituzionali,
afferma il Wwf, "serve un testo unico che tuteli la fauna
selvatica nel suo complesso attraverso forte limitazione della
caccia, rafforzamento dei controlli e inasprimento delle
sanzioni".
Dal sondaggio realizzato da Emg Different tra il 4 e il 7
febbraio 2022 su un campione di mille persone, emerge che "il
sentimento che prevale tra gli italiani sembra essere nettamente
contrario a questa attività, specie in considerazione dei suoi
aspetti più crudeli e senza controllo. Il 72% del campione
ritiene che l'esercizio della caccia generi problemi alla
sicurezza dei cittadini e il 57% la ritiene un rischio per la
salute delle persone". Il 90% degli intervistati si è detto
contrario all'uso di richiami vivi per piccoli uccellini e alla
caccia consentita per alcune specie in via di estinzione, ma
anche all'utilizzo di munizioni contenenti il piombo e alla
caccia esercitata durante il fine settimana.
I tre principali problemi della legge analizzati nel report
sono la competenza normativa regionale (ogni anno, in media, la
Consulta dichiara costituzionalmente illegittime almeno due
leggi regionali per violazione dello standard minimo di tutela
ambientale), governance e pianificazione (la gestione del
territorio e delle risorse porta a una serie di centri di potere
gestiti non con la finalità di tutelare l'ambiente ma di
ottenere consensi) e prevenzione e repressione delle illegalità
(mancano sanzioni efficaci e il supporto necessario per
contrastare bracconaggio e caccia da frodo a chi si occupa della
vigilanza venatoria).
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