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Peculato e falso: indagati 19 poliziotti in Abruzzo

Peculato e falso: indagati 19 poliziotti in Abruzzo

Procura Sulmona chiede misure interdittive, ora interrogatorio

PRATOLA PELIGNA, 09 giugno 2023, 22:33

Redazione ANSA

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YDD Falso, peculato, omissioni d'atto ufficio e furto. Sono queste, a vario titolo, le ipotesi di reato che la Procura della Repubblica di Sulmona contesta a 19 uomini in divisa, in servizio presso la sottosezione della Polizia stradale di Pratola Peligna. Per loro il Gip del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, ha fissato l'interrogatorio di garanzia per il prossimo 15 giugno. Un atto dovuto dopo la richiesta di applicazione della misura cautelare interdittiva da parte della Procura.
    La maxi inchiesta è partita da un'articolata attività d'indagine, svolta dal 2019 al 2022, tramite intercettazioni telefoniche, pedinamenti elettronici, installazione di gps nelle auto di servizio e analisi delle telecamere di videosorveglianza.
    L'accusa, per la maggior parte degli indagati, è quella di aver abbandonato il posto di lavoro per intrattenersi, a soli fini personali, in alcuni esercizi commerciali. Inoltre alcuni agenti, senza giustificazione, si sarebbero appartati in zone interdette al traffico per dormire all'interno dell'autovettura durante il turno di notte. Ciò con gravi conseguenze, sempre secondo l'imputazione, sulla sicurezza e sul controllo della viabilità. Alcuni degli indagati sarebbero inoltre accusati di peculato per aver utilizzato per fini privati la vettura di servizio. Mentre la contestazione dell'omissione di atti ufficio si sarebbe configurata perchè qualche agente non avrebbe prestato soccorso ad un veicolo in panne e non avrebbe proceduto alla vigilanza e ai rilievi di un sinistro stradale.
    Tre anni di indagini e appostamenti che hanno portato sul tavolo della Procura una lunga e corposa informativa. Dal conto loro gli agenti sono pronti a respingere, tramite gli avvocati difensori (Alessandro Margiotta, Andrea Marino, Eva D'Alberto, Marialba Cucchiella) ogni addebito e a contestare tutte le accuse mosse. Al giudice il compito di stabilire se le condotte poste in essere sono solide per applicare la misura interdittiva ai 19 uomini in divisa.
   

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