"Benedetto Croce, di cui oggi
ricorre il settantesimo anniversario della morte, è stato uno
dei massimi pensatori italiani di ogni tempo: il suo magistero
culturale e morale resta a tutt'oggi ineguagliato". Così il
Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in un commento
pubblicato oggi sul Corriere della Sera in occasione del 70/o
anniversario della scomparsa del filosofo.
"Dalla sua casa-studio di Napoli lavorò incessantemente e
tenne sempre viva la fiamma della libertà: negli studi, nella
vita civile e politica, nell'insegnamento morale che offrì ai
tanti giovani che si formarono sulle sue opere. Il compito che
si propose con successo - prosegue Sangiuliano - fu allora
quello di dotare la "nuova Italia" di un pensiero compiuto ed
organico, radicato nella tradizione ma concretamente aperto ai
problemi del presente: in aperta e amichevole collaborazione con
quelli degli altri Paesi, ma fiero della sua specificità e
dignità".
"Croce ritrovò nell'insegnamento di Vico e Machiavelli la
cifra più tipica della nostra cultura, e cioè il senso storico e
il realismo politico. Egli volle così reimmettere la cultura
nazionale nel solco di quella europea, conforme all'ideale
patriottico del Risorgimento di cui si sentiva figlio".
"La sua voce - si legge ancora nel commento - risuonò alta e
profonda al tempo dei totalitarismi, che combatté strenuamente
sia nella versione che avevano assunto in Italia, sia in quelle
che furono proprie degli altri Paesi dell'est e dell'ovest
europeo. Parlò dell'"Anti-Cristo" che è in noi, ma confidò
sempre nel riscatto morale e nel ritorno della civiltà. Fonte
inesauribile di insegnamenti profondi e sempre attuali, egli
indicò alla cultura e alla vita civile italiana una rotta che
non andrebbe mai smarrita: fare il proprio dovere, ognuno nel
suo campo, e rinnovare sempre la fiamma della spiritualità. Con
Goethe, che sentiva a sé particolarmente affine, amava ripetere:
"Viva chi vita crea!".
"Oggi più che mai - conclude Sangiuliano - Croce ci richiama
all'impegno e alla dedizione dell'Opera, come egli diceva.
Nonché agli eterni valori dell'autonomia della Cultura e della
Libertà".
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