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Premio Flaiano, speciale narrativa carriera a Walter Pedullà

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Premio Flaiano, speciale narrativa carriera a Walter Pedullà

Per Il pallone di stoffa, 'straripante, fluido, sorprendente'

PESCARA, 21 maggio 2021, 15:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La giuria tecnica del 48/o Premio Internazionale Flaiano di narrativa, composta da Renato Minore, Donatella Di Pietrantonio, Raffaele Manica, Raffaello Palumbo Mosca, Fabio Bacà e Maria Rosaria La Morgia, ha deciso di assegnare il primo Premio Flaiano speciale di narrativa alla carriera a Walter Pedullà.
    "Che straordinario racconto è 'Il pallone di stoffa. Memorie di un ottuagenario' (Rizzoli) di Walter Pedullà avvolgente e straripante, fluido e sorprendente, cioè denso di sorprese, giocoso e ironico. Correre attraverso novant'anni con alle spalle il fatto decisivo, per l'imprinting autobiografico, di essere il suo autore morto e poi risorto, una volta, quasi due.
    Walter Pedullà usa se stesso, ricordi, emozioni, passioni, illusioni, i pensieri che hanno attraversato la sua vita e l'hanno resa come lui ora la rappresenta al passo, al trotto, al galoppo, modulando con grande sapienza i vari registri. Il grande critico letterario, il professore che sa farti amare l'infinito intrattenimento della scrittura letteraria in un corpo a corpo continuo con la sua sostanza: i molti volti di un intellettuale così scintillante coerente e concreto della sua stazza trovano l'alveo giusto per dirci come è vissuto lo studente povero del Sud che è diventato critico militante, accademico, presidente Rai, responsabile di grandi imprese culturali. È diventato quel Pedullà che ora non si gloria narcisisticamente, ma prova nel gran fiato del racconto ad agguantare, con funambolica chiarezza e vitalità diffusa, il "gran pasticcio che quanto più tenti di arginare, tanto più straripa, materiale lavico che è maremoto, flutto continuo che assale da sopra e da sotto". Per il Flaiano si tratta di "Una autobiografia davvero unica e ancor più sorprendente per l'esplosione anche giocosa palazzeschiana della sua scrittura, cinquecento pagine che si bevono in un baleno e non sai se incantano più certi sapidi lampi adolescenziali da narratore sagace o i deliziosi ritratti al volo di Ungaretti, Pagliarani, D'Arrigo, motiva così la scelta la giuria del Premio".
   

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