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Mario Sironi in cento opere a 60 anni dalla morte

Mario Sironi in cento opere a 60 anni dalla morte

Al Museo del Novecento di Milano fino al 27 marzo

ROMA, 22 luglio 2021, 13:22

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Elisabetta Stefanelli) Ci si perde nelle oltre cento opere di Mario Sironi esposte dal 23 luglio al 27 marzo al Museo del Novecento di Milano ma poi si trova il senso del suo percorso artistico. Per chi ama questo grande artista del secolo scorso, ''Mario Sironi. Sintesi e grandiosità'' è una lezione di storia dell'arte che attraversa tutte le forme dei suoi capolavori, dai colori asciutti quasi materici delle periferie, ai ritratti sempre ammantati di dolore, agli studi per gli affreschi monumentali come quello dell'Aula Magna della Sapienza a Roma. E poi le fasi umane ed artistiche che arrivano fino al tardo abbandono a quel male di vivere che lo aveva rincorso per tutta la vita, dandogli il dono di attraversare con una carica umana di straordinaria intensità una stagione di violenza. ''Affrontare il progetto di una grande mostra su Mario Sironi con l'ambizione di raccontare, con uno sguardo nuovo, il percorso artistico e la vicenda umana che ha determinato le scelte, le relazioni e l'andatura della sua ricerca, è certamente un lavoro complesso'', dice Anna Maria Montaldo direttrice del Museo del Novecento di Milano e curatrice della mostra insieme ad Elena Pontiggia, presentando la grande retrospettiva che ripercorre l'opera del Maestro a sessant'anni dalla morte avvenuta il 13 agosto del 1961 a Milano. La mostra è in collaborazione con Andrea Sironi-Strausswald (Associazione Mario Sironi, Milano) e Romana Sironi (Archivio Mario Sironi di Romana Sironi, Roma).
    L'idea è infatti quella di ricostruire l'intero percorso artistico: dalla giovanile stagione simbolista all'adesione al futurismo; dalla sua originale interpretazione della metafisica nel 1919 al momento classico del Novecento Italiano; dalla crisi espressionista del 1929-30 alla pittura monumentale degli anni Trenta fino al secondo dopoguerra e all'Apocalisse dipinta poco prima della morte. Dal Museo del Novecento la mostra si estende anche nelle sale sironiane del Museo stesso e della Casa Museo Boschi Di Stefano, e si avvale di prestiti dai maggiori musei italiani tra cui la Pinacoteca di Brera, Ca' Pesaro e la Fondazione Guggenheim di Venezia, il MART di Trento e Rovereto e da collezioni private. Il risultato è unico, e si possono ammirare alcuni capolavori che non comparivano in un'antologica sironiana da quasi mezzo secolo (l'affascinante Pandora, 1921-1922; Paese nella valle, 1928; Case e alberi, 1929; L'abbeverata, 1929-30), e altri completamente inediti.
    Ampiamente rappresentato in mostra è il ciclo dei paesaggi urbani, il tema più famoso di Sironi, che acquista intensità dopo il suo arrivo a Milano nel 1919 ed esprime sia la drammaticità della città moderna, sia una volontà potente di costruire, in tutti i sensi. Tra questi ci sono capolavori ben noti come Sintesi di paesaggio urbano, 1921; La cattedrale, 1921; Paesaggio urbano col tram 1925-28, del Museo del Novecento, esposto alla Biennale di Venezia del 1928; la Periferia del 1943. Sironi però è stato anche un grande interprete della figura umana. Ne danno testimonianza qui un nutrito gruppo di opere, tra cui il pierfrancescano Nudo del 1923, prediletto da MargheritaSarfatti; la misteriosa Donna con vaso del 1924; il Pescatore, 1925; La fata della montagna, 1928; la Niobide del 1931, e il doloroso Lazzaro, 1946, dove, per la prima volta nella millenaria iconografia del soggetto, Sironi dipinge un Lazzaro che non risorge, simbolo del crollo di tutte le sue idee, a cominciare dal fascismo in cui aveva creduto.
    Ampio spazio è poi dedicato al suo legame con la pittura murale negli anni Trenta, di cui fu teorico e interprete.
    Presenti, capolavori monumentali quali la luminosa Vittoria alata, il gigantesco studio per l'aula magna della Sapienza di Roma, il visionario Condottiero a cavallo (tutti realizzati nel 1935) e il potente studio preparatorio, lungo quasi sei metri, della Giustizia Corporativa (1937-38).
    Lasciata alle spalle la sezione dedicata alla pittura murale, il "viaggio" nell'arte di Sironi volge al termine nelle ultime sale che documentano i drammatici anni finali dell'artista, tormentato anche dalla perdita della figlia Rossana, che si toglie la vita nel 1948 a diciotto anni.
    Ad accompagnare la mostra, il catalogo realizzato della Casa Editrice Ilisso. "Mario Sironi. Sintesi e grandiosità" è parte de "La Bella Estate", il palinsesto culturale estivo promosso dal Comune di Milano che, fino al 21 settembre proporrà un ricco calendario di iniziative.
   

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