(di Elisabetta Stefanelli)
Ci si perde nelle oltre cento opere
di Mario Sironi esposte dal 23 luglio al 27 marzo al Museo del
Novecento di Milano ma poi si trova il senso del suo percorso
artistico. Per chi ama questo grande artista del secolo scorso,
''Mario Sironi. Sintesi e grandiosità'' è una lezione di storia
dell'arte che attraversa tutte le forme dei suoi capolavori, dai
colori asciutti quasi materici delle periferie, ai ritratti
sempre ammantati di dolore, agli studi per gli affreschi
monumentali come quello dell'Aula Magna della Sapienza a Roma. E
poi le fasi umane ed artistiche che arrivano fino al tardo
abbandono a quel male di vivere che lo aveva rincorso per tutta
la vita, dandogli il dono di attraversare con una carica umana
di straordinaria intensità una stagione di violenza.
''Affrontare il progetto di una grande mostra su Mario Sironi
con l'ambizione di raccontare, con uno sguardo nuovo, il
percorso artistico e la vicenda umana che ha determinato le
scelte, le relazioni e l'andatura della sua ricerca, è
certamente un lavoro complesso'', dice Anna Maria Montaldo
direttrice del Museo del Novecento di Milano e curatrice della
mostra insieme ad Elena Pontiggia, presentando la grande
retrospettiva che ripercorre l'opera del Maestro a sessant'anni
dalla morte avvenuta il 13 agosto del 1961 a Milano. La mostra è
in collaborazione con Andrea Sironi-Strausswald (Associazione
Mario Sironi, Milano) e Romana Sironi (Archivio Mario Sironi di
Romana Sironi, Roma).
L'idea è infatti quella di ricostruire l'intero percorso
artistico: dalla giovanile stagione simbolista all'adesione al
futurismo; dalla sua originale interpretazione della metafisica
nel 1919 al momento classico del Novecento Italiano; dalla crisi
espressionista del 1929-30 alla pittura monumentale degli anni
Trenta fino al secondo dopoguerra e all'Apocalisse dipinta poco
prima della morte. Dal Museo del Novecento la mostra si estende
anche nelle sale sironiane del Museo stesso e della Casa Museo
Boschi Di Stefano, e si avvale di prestiti dai maggiori musei
italiani tra cui la Pinacoteca di Brera, Ca' Pesaro e la
Fondazione Guggenheim di Venezia, il MART di Trento e Rovereto e
da collezioni private. Il risultato è unico, e si possono
ammirare alcuni capolavori che non comparivano in un'antologica
sironiana da quasi mezzo secolo (l'affascinante Pandora,
1921-1922; Paese nella valle, 1928; Case e alberi, 1929;
L'abbeverata, 1929-30), e altri completamente inediti.
Ampiamente rappresentato in mostra è il ciclo dei paesaggi
urbani, il tema più famoso di Sironi, che acquista intensità
dopo il suo arrivo a Milano nel 1919 ed esprime sia la
drammaticità della città moderna, sia una volontà potente di
costruire, in tutti i sensi. Tra questi ci sono capolavori ben
noti come Sintesi di paesaggio urbano, 1921; La cattedrale,
1921; Paesaggio urbano col tram 1925-28, del Museo del
Novecento, esposto alla Biennale di Venezia del 1928; la
Periferia del 1943. Sironi però è stato anche un grande
interprete della figura umana. Ne danno testimonianza qui un
nutrito gruppo di opere, tra cui il pierfrancescano Nudo del
1923, prediletto da MargheritaSarfatti; la misteriosa Donna con
vaso del 1924; il Pescatore, 1925; La fata della montagna, 1928;
la Niobide del 1931, e il doloroso Lazzaro, 1946, dove, per la
prima volta nella millenaria iconografia del soggetto, Sironi
dipinge un Lazzaro che non risorge, simbolo del crollo di tutte
le sue idee, a cominciare dal fascismo in cui aveva creduto.
Ampio spazio è poi dedicato al suo legame con la pittura
murale negli anni Trenta, di cui fu teorico e interprete.
Presenti, capolavori monumentali quali la luminosa Vittoria
alata, il gigantesco studio per l'aula magna della Sapienza di
Roma, il visionario Condottiero a cavallo (tutti realizzati nel
1935) e il potente studio preparatorio, lungo quasi sei metri,
della Giustizia Corporativa (1937-38).
Lasciata alle spalle la sezione dedicata alla pittura murale,
il "viaggio" nell'arte di Sironi volge al termine nelle ultime
sale che documentano i drammatici anni finali dell'artista,
tormentato anche dalla perdita della figlia Rossana, che si
toglie la vita nel 1948 a diciotto anni.
Ad accompagnare la mostra, il catalogo realizzato della Casa
Editrice Ilisso. "Mario Sironi. Sintesi e grandiosità" è parte
de "La Bella Estate", il palinsesto culturale estivo promosso
dal Comune di Milano che, fino al 21 settembre proporrà un ricco
calendario di iniziative.
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