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Fornacelle, 2018 è stata bella annata a Bolgheri

Menicagli, aumento superfici vitate lega ancor più a territorio

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA - Il 2018 è stata una bella annata a Bolgheri, il rinomato distretto vinicolo toscano che varca in buona forma la soglia dei 50 anni al top da quando, grazie ad un'intuizione del marchese Incisa della Rocchetta Tanaro (Sassicaia) e del suo enologo Giacomo Tachis, prese il via la cosiddetta rivoluzione ampelografica bolgherese che portò alla sostituzione del Sangiovese, il vitigno più diffuso in Toscana, con le varietà tipiche della zona di Bordeaux (Cabernet e Merlot).

A fare il punto sulla vendemmia bolgherese è, in un incontro stampa a Roma, Silvia Menicagli che col marito Stefano Billi hanno la proprietà di Fornacelle. Azienda agricola che prende il nome dalle antiche fornaci ritrovate lungo la Costa Toscana, l'attuale Strada del vino della Costa degli Etruschi.

Nel distretto anche il recente ampliamento approvato dalla Regione Toscana delle superfici Doc, per il rosso 120 ettari in più e 70 per il bianco, ''sarà un motivo più di radicamento nel territorio. Chi ha vini Igt - secondo Menicagli - da vitigni già esistenti diventerà più legato alla denominazione''.

''Siamo agricoltori da generazioni, dal bisnonno di mio marito che lavorava questi vigneti nell'800 - ha sottolineato - una famiglia dunque che conosce i ritmi della terra, consapevoli che il nostro compito è quello di osservare, capire, assecondare. Ogni vite ha una sua peculiarità e viene trattata distintamente nella potatura, nella selezione dei grappoli, nel diradamento fogliare e in vendemmia; una cura dettagliata e individuale che possiamo fare proprio perché conosciamo tutta la storia del vigneto che gode della salinità dell'anfiteatro bolgherese. C'è un vero e proprio timbro nei vini del territorio che hanno una aromaticità e salinità particolare, tra rosmarino e le fioriture di elicriso''.

Con 15 ettari di proprietà, di cui nove quelli destinati al vigneto, l'azienda con sede a Castagneto Carducci punta, con la regia dell'enologo Fabrizio Moltard, a vitigni internazionali per i rossi, mentre tra le uve bianche prevalgono Vermentino, Sémillon, e Fiano per una produzione media di 60mila bottiglie l'anno. Il 57% è consumato in Italia mentre il 43% va sui mercati esteri (Usa, Canada, Giappone, Cina, Germania, Svizzera, Belgio, Norvegia; Corea del Sud).(ANSA).

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