(ANSA) - ROMA, 06 OTT - Otto capi azienda su 10, ai vertici
di alcune delle maggiori società italiane, ritengono che la
sfida della sostenibilità sia "più complessa, ma anche più
impattante" anche rispetto alla trasformazione digitale, secondo
il primo Esg Ceo Pulse di Bain & Company. In questa ricerca,
oltre 20 top manager di grandi realtà, attive in tutti i settori
industriali, hanno raccontato l'approccio delle imprese italiane
alla sostenibilità.
Gli intervistati sottolineano come la guerra e la crisi
energetica stiano "aggiungendo un livello di complessità ai loro
programmi ESG, in particolare quando si tratta di bilanciare le
prerogative sociali e ambientali, con la povertà energetica
emersa come un tema particolarmente rilevante". In particolare i
ceo del settore energetico affermano, secondo lo studio, che
finché la crisi energetica continuerà, la S di ESG avrà la
meglio sulla E".
"Gli amministratori delegati considerano quello ESG come un
cambiamento fondamentale per le proprie realtà, che non verrà
fatto deragliare da crisi a breve termine", prosegue il Managing
Partner Bain & Company Italia, Pierluigi Serlenga.
"La direzione a lungo termine è chiara e condivisa, ma gli
strumenti e i tempi necessari per il raggiungimento degli
obiettivi ambientali, sociali e di governance della transizione
non sono ancora ben definiti né omogenei. Quello che manca - e
che tutti i CEO intervistati hanno evidenziato - è un ulteriore
step: fare sistema", spiega il Semea Regional Managing Partner
di Bain & Company, Roberto Prioreschi. (ANSA).