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Bosnia: amb. italiano, status a Paese è un 'evento storico'

Bosnia: amb. italiano, status a Paese è un 'evento storico'

L'Italia può giocare un "ruolo essenziale in processo adesione"

SARAJEVO, 24 febbraio 2023, 11:40

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

La concessione dello status di Paese candidato all'adesione Ue per la Bosnia-Erzegovina, lo scorso dicembre, è stato un "evento di portata storica, favorito anche dall'incisivo sostegno assicurato dall'Italia". Lo dice in un'intervista all'ANSA l'ambasciatore italiano a Sarajevo, Marco Di Ruzza.

"La decisione va interpretata come un segnale politico e morale a più di 25 anni dalla fine della guerra e a vent'anni dal Consiglio Europeo di Salonicco che aveva aperto la strada alle politiche di allargamento ai Balcani. Ma rappresenta anche un'iniezione di fiducia verso la popolazione e la società civile - specie guardando ai piu' giovani che continuano purtroppo ad abbandonare copiosamente il Paese proprio per l'assenza di solide prospettive future - e un incoraggiamento alle nuove autorità legislative ed esecutive perche' portino avanti senza indugio il percorso riformatore". Ulteriori ritardi "avrebbero d'altronde potuto rafforzare sentimenti di disaffezione e sfiducia verso l'Ue, creando spazi invitanti per l'ulteriore penetrazione di attori terzi che hanno agende non coincidenti con quella europea", spiega l'ambasciatore, sottolineando poi l'importanza del processo di riforme, necessarie per il progresso e la stabilità del Paese. E l'obiettivo Ue potrebbe anche diventare un "collante tra le forze politiche e le diverse componenti etnico-religiose per azioni di governo responsabili e rispettose dell'interesse generale." Bosnia che, allo stesso tempo, incontra ancora difficoltà interne. Fra queste, spiega Di Ruzza, "il nodo della formazione del nuovo governo della Federazione di Bosnia-Erzegovina". C'è poi anche l'annosa questione della mancata adozione di "emendamenti costituzionali per l'implementazione della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo del 2009 sul caso Sejdic-Finci", che dovrebbe eliminare le discriminazioni che toccano, nell'ambito politico e della rappresentanza, chi non appartiene a uno dei tre popoli costituenti. Ma bisogna ancora lavorare sui "gravi e diffusi fenomeni di corruttela, sulle riforme sul conflitto di interessi e sul riassetto dell'organo di autogoverno della magistratura. Vanno inoltre incoraggiati, a tutti i livelli, i processi di riconciliazione. Recentemente, abbiamo sostenuto un progetto a forte valenza simbolica lanciato dal Distretto di Bricko, l'inaugurazione di un monumento dedicato a tutte le vittime della guerra: vi sono ben pochi esempi di questo tipo, in un Paese in cui si tende tuttora a privilegiare commemorazioni selettive dei martiri di quell'atroce conflitto." In chiave economica,tra le aree di intervento prioritario "citerei il settore energetico, in particolare quello delle rinnovabili, essenziale per combattere l'inquinamento atmosferico". In generale, "le prospettive di crescita del Paese restano strettamente interconnesse alla soluzione dei problemi politici e sociali. L'attuazione delle riforme piu' impellenti è dunque una priorità non solo nell'ottica del processo di adesione, ma anche ai fini della costruzione di un futuro solido e credibile per il Paese ed i suoi giovani".

In questo quadro, l'Italia può giocare un ruolo essenziale.

"L'Italia - spiega Di Ruzza - continua ad essere tra i più convinti sostenitori del processo di integrazione e il rapporto bilaterale con la Bosnia-Erzegovina costituisce una chiave di avvicinamento del Paese all'Europa". Non vanno in proposito dimenticati "i twinning europei a guida italiana" e "le azioni della nostra Cooperazione allo Sviluppo e dell'AICS" su svariati fronti, "da quello sanitario, al fito-sanitario, allo sviluppo del turismo sostenibile, all'educazione inclusiva, alla valorizzazione e alla tutela del patrimonio ambientale e della biodiversità, alla cooperazione con le forze di polizia, alla lotta al crimine organizzato". E "siamo fieri di essere riusciti a rimettere in moto il progetto del Museo di arte contemporanea "Ars Aevi", disegnato da Renzo Piano, che sembrava da anni irrimediabilmente bloccato". Senza dimenticare, "la dimensione economica", con l'Italia che "è il primo esportatore e tra i primi partner commerciali assoluti e il sistema Italia produce circa 12 mila posti di lavoro".

Bosnia dove, oltre alla voglia di Ue, cresce a macchia di leopardo anche il desiderio di avvicinamento alla Nato, ben visto a Sarajevo, malgrado > l'opposizione dei serbo-bosniaci.

"La guerra in Ucraina ha confermato una volta di piu' l'importanza e i vantaggi reciproci per la Bosnia-Erzegovina e per l'Europa di uno stabile inserimento di tale Paese nell'architettura di sicurezza europea: in questo senso, il percorso di integrazione euro-atlantico, che deve essere basato sulle aspirazioni del popolo bosniaco-erzegovese e sulla volontà democratica del suo governo, potrà costituire la bussola della politica estera bosniaca", illustra Di Ruzza. Tuttavia, "la questione Nato continua ad appalesarsi politicamente controversa e divisiva. Al momento - chiosa l'ambasciatore - penso dunque che l'obiettivo principale debba essere più che altro il consolidamento del partenariato tra la Nato e la Bosnia-Erzegovina e in tale ottica la conferma del Vice-Ministro degli esteri Josip Brkic alla guida della competente commissione governativa offre un proficuo segnale di continuità con il lavoro del precedente esecutivo".

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