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Parigi, al lavoro per rispettare stop diesel-benzina

Parigi, al lavoro per rispettare stop diesel-benzina

Urso, Italia vota no, segnale anche per altri dossier

02 marzo 2023, 19:32

Redazione ANSA

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Toyota investe in nuovi motori benzina per sistemi ibridi © ANSA/Toyota

BRUXELLES, 01 MAR - "Stiamo lavorando sui dettagli per assicurarci che questo impegno comune che abbiamo preso tutti insieme" sullo stop alla vendita di nuove auto con motori a benzina e diesel nel 2035 "sia in vigore quando dovrà essere in vigore". Lo ha detto il ministro francese per l'Industria, Roland Lescure, arrivando al Consiglio Competitività Ue. "L'industria sta affrontando le sfide, si sta organizzando per trovare il giusto percorso. Ma il percorso dev'essere in linea con l'obiettivo che abbiamo deciso tutti insieme e che i consumatori e i nostri cittadini stanno aspettando", ha evidenziato.

"Domani l'Italia vota contro" sullo stop alle auto inquinanti dal 2035 e sarà "un segnale per quanto riguarda tutta l'attività che la Commissione, l'Ue, faranno - faremo insieme a loro - sui dossier che sono ancora aperti. Non solo l'automotive, ma anche per esempio il packaging piuttosto che l'ecotessile", ha sottolineato il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, spiegando che l'Italia chede "ragionevolezza, noi siamo un governo pragmantico che guarda soprattutto alla sostenibilità del nostro sistema sociale".

"In prospettiva sappiamo che il vero grande confronto sarà nel 2026 quando con la clausola di revisione (contenuto nel regolamento, ndr) potremo rimettere in discussione questo percorso in un clima io mi auguro molto diverso. Con un nuovo Parlamento Ue in cui aumenta la consapevolezza che occorre cambiare e con una nuova Commissione che uscirà il prossimo anno", ha spiegato Urso.

"Noi non mettiamo il dubbio le date, 2035 e 2050. Ma allo stesso tempo noi tuteliamo i lavoratori e le imprese e per questo chiediamo che siano modificate le tappe e le modalità per raggiungere quegli appuntamenti, affinché siano sostenibili. Per esempio non vediamo perché debba essere considerata solo l'elettricità. L'elettricità non è una religione, è una tecnologia come altri. Se i biocombustibili possono permetterci di raggiungere gli stessi obiettivi perché non usarli", ha osservato.

"Ciò che è emerso chiaramente oggi con i ministri è che molti di loro chiedono più analisi su come rispondere adeguatamente alla legge sulla riduzione dell'inflazione" negli Usa, "ma allo stesso tempo molti di loro chiedono un ritmo elevato". Nell'Ue "dobbiamo trovare un modo per ricaricare la competitività e aumentare la fiducia, perché l'Ue è ancora una potenza commerciale". Lo ha detto incontrando la stampa al termine del Consiglio Competitività a Bruxelles Ebba Busch, vice prima ministra e ministra per l'Energia, le imprese e l'Industria della Svezia (presidente di turno dell'Ue). Busch rispondeva in particolare a una domanda sul confronto in atto sullo stop alla vendita di auto con motore endotermico dal 2035.

Sullo stop ai mezzi inquinanti ognuno fa la sua parte in termini di governance, ha segnalato il commissario al mercato interno Thierry Breton: "La Commissione ha fatto una proposta e poi il Consiglio dovrà prendere una decisione, non sta alla Commissione", ha detto. In Commissione "abbiamo fatto una proposta, abbiamo suggerito un testo che ha come obiettivo il 2035, ma la fine della vendita di veicoli con motore a combustion", e poi un obiettivo al 2026 di revisione. "L'elettrificazione è qualcosa che comporta un sacco di lavoro, non accadrà da un giorno all'altro - ha anche segnalato Breton -. Dobbiamo lavorare con gli Stati membri".

"Siamo certamente favorevoli all'elettrificazione dei veicoli leggeri. Non crediamo, tuttavia, che essa debba rappresentare, nella fase di transizione, l'unico percorso per raggiungere le emissioni zero". E' quanto aveva sottolineato l'Italia in una dichiarazione nazionale inviata ai Rappresentanti dei 27 in Ue in merito allo stop ai motori endotermici dal 2035. "Stabilendo un obiettivo di riduzione delle emissioni del 100% nel 2035 e non prevedendo alcun incentivo per l'uso di carburanti rinnovabili, il regolamento non è in linea con il principio di neutralità tecnologica. Pertanto, l'Italia non può sostenerlo", si legge nel documento.

"L'Italia condivide ed è pienamente impegnata nell'obiettivo di decarbonizzare il settore del trasporto stradale, in quanto la riduzione delle emissioni di CO2 del settore, in particolare quelle derivanti dalle autovetture e dai veicoli leggeri, è essenziale per raggiungere gli obiettivi climatici dell'Unione. Riteniamo che, nel settore del trasporto stradale, la decarbonizzazione debba essere perseguita nel rispetto dei principi di una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa verso le emissioni zero e della neutralità tecnologica".

"Siamo certamente favorevoli all'elettrificazione dei veicoli leggeri. Non crediamo, tuttavia, che essa debba rappresentare, nella fase di transizione, l'unico percorso per raggiungere le emissioni zero", si spiegava nella dichiarazione nella dichiarazione inviata nel circuito del Coreper I, che riunisce i Rappresentanti Permanenti Aggiunti e che oggi, prima del rinvio del voto, era chiamato ad approvare l'intesa sullo stop ai nuovi veicoli inquinanti. "L'elettrificazione richiede cambiamenti significativi nell'intero settore automobilistico che devono essere pianificati e guidati con la dovuta attenzione, al fine di evitare effetti economici, industriali e sociali indesiderati. Le auto con motore termico sono di proprietà di cittadini a basso reddito e rimarranno in circolazione oltre il 2035. Il successo delle auto elettriche dipenderà molto dal modo in cui diventeranno accessibili per questi cittadini", si legge ancora nel documento. L'Italia sottolinea che finora l'approccio scelto dall'Unione per il settore automobilistico è stato prevalentemente normativo.

Nel testo erano quindi elencate una serie di iniziative che dal punto di vista italiano dovrebbero essere adottate dalla Commissione europea: - sostenere con tutti i mezzi disponibili, legislativi e finanziari, la transizione del settore automobilistico, in particolare delle PMI; - monitorare e riferire in modo tempestivo ed esaustivo sui progressi verso una mobilità stradale a zero emissioni, considerando tutti i fattori che contribuiscono a una transizione equa ed efficiente dal punto di vista dei costi, compresa una valutazione delle possibili carenze di finanziamento; - garantire, sulla base di tale monitoraggio, una revisione rigorosa e credibile degli obiettivi nel 2026; - dare seguito alla disposizione che prevede l'immatricolazione, dopo il 2035, di veicoli alimentati esclusivamente con carburanti a zero emissioni di CO2; - presentare una proposta per includere nel Regolamento meccanismi di contabilizzazione dei benefici, in termini di riduzione delle emissioni di CO2, dei carburanti rinnovabili.

Si va verso un nuovo rinvio del voto sullo stop alla vendita di veicoli di nuova immatricolazione a benzina o diesel dal 20235. Lo si apprende da fonti europee secondo le quali è "probabile" che alla riunione dei Rappresentanti Permanenti aggiunti dei 27, prevista domani mattina, si opti per un nuovo slittamento della votazione. Fonti della presidenza svedese dell'Ue spiegano che il punto è ancora in agenda ma, "in mancanza del consenso necessario" potrebbe essere rinviato. A pesare, oltre al no dell'Italia e alle posizioni di fatto contrarie di Polonia e Bulgaria (sebbene Sofia a novembre si sia astenuta), è la posizione della Germania. Berlino nei giorni scorsi ha espresso nette riserve sul via libera al Regolamento in mancanza di un'adeguata contropartita sui cosiddetti e-fuels. La trattativa con la Commissione è in corso ma, a quanto si apprende da fonti vicine al dossier, la Germania potrebbe avere bisogno di più tempo per sciogliere il nodo. Se domani il voto sarà rinviato è probabile che il punto sia stralciato anche dal Consiglio Ue dei ministri dell'educazione, che il 7 marzo era chiamato alla mera ratifica formale dell'accordo.

 

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