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Dieci Paesi chiedono prudenza nelle misure di risposta all'Ira americana

Dieci Paesi chiedono prudenza nelle misure di risposta all'Ira americana

Appello a una strategia a lungo termine. "Serve un approccio più ampio"

01 marzo 2023, 21:11

Redazione ANSA

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Dieci Paesi chiedono prudenza nelle misure di risposta all 'Ira americana © ANSA/EPA

BRUXELLES - Prudenza sugli aiuti di Stato nell'ambito della risposta europea all'Ira statunitense. Lo chiedono dieci Paesi membri (Olanda, Irlanda, Danimarca, Finlandia, Cechia, Belgio, Slovacchia e i Baltici) in una lettera indirizzata a Ursula von der Leyen e Charles Michel, e visionata dall'ANSA, in vista del Summit di fine marzo. "Misure di reazione non costruiscono da sole un'economia robusta, potrebbe esserci il rischio che l'effetto combinato delle misure a breve termine distorca le condizioni di parità e indebolisca i fondamenti della nostra economia: nel lungo termine sono competitività e libero mercato ad assicurare la crescita", recita il testo.

"L'Europa ha bisogno di una strategia a lungo termine per la competitività e la produttività, che completi l'ultima iniziativa della Commissione, il piano industriale Green Deal", si legge nella lettera. "Dovremmo dare una revisione strategica a mercato unico, affrontando le sue fragilità con l'obiettivo di stimolare la competitività e la produttività, garantire pari opportunità a tutti e promuovere la transizione verde e digitale: il settore dei servizi è particolarmente importante e dovrebbe avere un posto di rilievo nella strategia aggiornata", continua il documento firmato dai capi di Stato e di governo dei 10 Paesi coinvolti e nella quale si chiede alla Commissione di guardare innanzitutto alla strategia di lungo periodo per colmare il "significativo gap" tra le imprese europee e le controparti americane.

La proposta della Commissione sul piano Net Zero è attesa per il prossimo 14 marzo e sarà al centro del Consiglio europeo di fine mese. "L'industria delle tecnologie pulite ha un ruolo vitale da svolgere, non da ultimo nel raggiungimento degli obiettivi climatici, tuttavia, una strategia per la competitività necessita di un approccio più ampio, con l'obiettivo di aumentare la produttività e la crescita dell'intera base economica del nostro continente", aggiungono i leader.

"Siamo convinti che una strategia globale basata sui nostri punti di forza - approfondimento del mercato unico, miglioramento della regolamentazione in tutto il continente, riduzione degli oneri normativi inutili, garantire una maggiore rapidità di autorizzazione e approvazione, eliminare gli ostacoli ai flussi di capitale privato, migliorare il sistema di investimenti dell'Ue, accelerare la transizione verde e digitale, garantire i flussi di dati, implementare standard reali per la gestione dei rifiuti, promuovere una forza lavoro europea qualificata riducendo al contempo le nostre dipendenze strategiche - ci metteranno in una posizione migliore per garantire la nostra competitività a lungo termine alla frontiera dell'innovazione e della crescita", si legge nel testo.

I dieci leader chiedono anche di "promuovere una politica commerciale più ambiziosa, è importante che l'Ue sia in grado di negoziare e concludere rapidamente accordi commerciali, anche come strumento importante per il rafforzamento e la diversificazione delle nostre catene di approvvigionamento".

Non troppo distante dalla posizione dei dieci leader il punto di vista della vicepresidente esecutiva della Commissione europea Margrethe Vestager "La competitività a lungo termine della nostra industria non può essere costruita solo sulle sovvenzioni, concedere aiuti è la parte facile; la competitività a lungo termine si basa su una concorrenza solida e leale" e "mentre agiamo" per concedere più flessibilità sugli aiuti di Stato "a breve termine, stiamo lavorando anche ad altre misure a lungo termine per la competitività dell'industria delle batterie" e per l'industria nel suo complesso, con "il piano industriale green presentato il mese scorso", ha evidenziato Vestager. La politica danese è tornata a mettere in luce che le modifiche Ue sui sussidi pubblici "comportano dei rischi" e per questo gli aiuti sono "progettati per essere temporanei, proporzionati, e ben mirati in termini di dimensioni e portata"

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