"Il governo italiano ha permesso alla società Invitalia, di proprietà del ministero dell'Economia, di sottoscrivere ulteriori apporti di capitale ed erogare finanziamenti in conto soci, nel limite massimo di 705 milioni euro per assicurare la continuità del funzionamento produttivo dell'impianto siderurgico di Taranto", scrive D'Amato, evidenziando che "Invitalia ha già investito 400 milioni". Inoltre, osserva, Invitalia è stata autorizzata "a costituire una società per la conduzione delle analisi di fattibilità, sotto il profilo industriale, ambientale, economico-finanziario, della realizzazione e gestione di un impianto per la produzione del preridotto. Il capitale sociale della società è determinato entro il limite massimo di 70 milioni di euro" ed "è interamente sottoscritto e versato da Invitalia, anche in più soluzioni, in relazione all'evoluzione dello stato di avanzamento delle analisi di fattibilità funzionali alla realizzazione e alla gestione dell'impianto per la produzione del preridotto".
Alla luce di tutto ciò, l'eurodeputata tarantina chiede alla Commissione di indicare se ritiene che "le somme concesse dal governo italiano ad Invitalia siano in contrasto con gli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale" e se "le disposizioni normative descritte possano causare una distorsione del mercato e un indebito vantaggio nei confronti delle altre imprese siderurgiche europee".
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