BRUXELLES, 20 DIC - La Corte Costituzionale ungherese "ha confermato che il governo deve difendere l'identità costituzionale del Paese", anche se ciò "contrasta con la sentenza della Corte di giustizia dell'Ue". Lo scrive il premier magiaro, Viktor Orban, commentando la sentenza della Consulta dello scorso 10 dicembre che ha respinto il ricorso del governo contro una sentenza della Corte di Giustizia dell'Ue secondo la quale l'Ungheria aveva violato il diritto europeo permettendo alla polizia di respingere fisicamente i richiedenti asilo al confine con la Serbia.
Per i giudici dell'Alta Corte "le autorità ungheresi possono esercitare" le competenze condivise tra Stati membri e Ue, qualora le istituzioni europee non lo facciano efficacemente, è la lettura del primo ministro di quella che definisce una "sentenza di portata storica". "Oggi gli europei non hanno il diritto di decidere con chi desiderano vivere nel proprio paese - spiega Orban - anche quando l'immigrazione di massa porta alla disintegrazione delle comunità tradizionali" che sono alla base della propria identità come individui".
La Corte costituzionale ungherese, prosegue Orban, "prende un sistema di diritti umani capovolto" in cui "gli europei non hanno diritto al loro paese, alla loro lingua, alla loro cultura, alla loro famiglia e al loro Dio", e "lo rimette in piedi". "Lo Stato ungherese - scrive ancora il premier - ha il dovere di prevenire gravi violazioni dell'identità degli individui, anche se tali violazioni derivano da una sentenza della Corte di giustizia dell'Ue o da carenze nell'esercizio del potere dell'Ue". "Una patria - conclude - esiste solo dove esistono anche i diritti. E secondo la Corte costituzionale ungherese, gli ungheresi hanno diritto alla propria patria".
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