BRUXELLES - E' iniziato a Bruxelles il Vertice del Partenariato Orientale che vede riuniti i leader europei con i capi di Stato o di governo di 5 Paesi dell'Est dell'Europa: Ucraina, Moldavia, Georgia, Azerbaigian e Armenia. Prima del summit, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha visto il presidente francese Emmanuel Macron e poi il neo-cancelliere tedesco Olaf Scholz. "Guardo con impazienza a una più stretta cooperazione nei settori dell'energia, della sicurezza e della difesa. Ci affidiamo al supporto di Berlino per il percorso euroatlantico dell'Ucraina", ha scritto su Twitter Zelesnky.
Al Vertice del Partenariato Orientale, tra i temi più caldi, il dossier Ucraina e in particolare l'aumento delle truppe russe al confine di Kiev. Il tema sarà anche sul tavolo del Consiglio europeo di domani, che si svolgerà in un solo giorno per questioni logistiche legate all'emergenza Covid.
"Noi siamo pronti ad assumere un ruolo attivo nel sostenervi nella prevenzione e risoluzione dei conflitti" ha detto il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, parlando al Vertice. "La cooperazione e la solidarietà sono più rilevanti e necessarie che mai in questi tempi di tensioni", ha sottolineato Michel, annunciando che "la nostra nuova agenda è sostenuta da un ambizioso piano economico e di investimenti" pari "a oltre due miliardi di euro. Avranno un impatto concreto su tutta la società".
Il premier italiano Mario Draghi, assente al Vertice del Partenariato Orientale, è atteso a Bruxelles nella primissima mattinata di domani. Questa sera, alla fine del summit con i 5 Paesi dell'Est Europa - in teoria sono 6, ma la Bielorussia ha sospeso l'accordo del Partenariato Orientale - è prevista la conferenza stampa del presidente del Consiglio Ue Charles Michel e della presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Una sedia vuota è stata lasciata per la Bielorussia in occasione del Vertice del Partenariato Orientale in corso all'Europa Building a Bruxelles. La Bielorussia fa teoricamente parte dell'accordo che lega l'Ue ad altri cinque Paesi - Ucraina, Georgia, Armenia, Azerbaigian e Moldavia - ma il regime di Minsk guidato da Alexandr Lukaschenko ha deciso di sospendere la partnership in seguito alla messa in campo di più pacchetti di sanzioni da parte di Bruxelles.
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