La previsione di chiudere il 2021
con esportazioni agroalimentari per 50 miliardi consente di
raggiungere la metà del mercato dei falsi prodotti italiani nel
mondo. Lo sostiene il consigliere delegato di Filiera Italia
Luigi Scordamaglia sottolineando che il risultato comunque
"consentirà al settore di mantenere la parola data a Expo 2015,
nonostante i grandi stravolgimenti causati dalla pandemia in
atto". "L'alimentare - sottolinea il rappresentante delle
filiere agro-alimentari italiane - rappresenta la maggior parte
delle esportazioni di beni durevoli nel mondo, che confermano un
ottimo +15,2% giugno 2021 su giugno 2020 e un +11,5% sul
semestre".
Quanto ai falsi, che "ormai sono ben oltre i 100 miliardi di
euro", costituiscono "una piaga che non si arresta". "Recente
esempio del dilagare di questo fenomeno - spiega Scordamaglia -
il tentativo di scippo che si sta consumando in Cile, dove il
Consorzio statunitense Ccfn sta chiedendo la registrazione di 3
falsi delle nostre più conosciute indicazioni geografiche come
Asiago, Mortadella Bologna e Parmigiano Reggiano". "Abbiamo già
denunciato l'accaduto e chiesto un repentino intervento
dell'Unione europea - conclude Scordamaglia - perché il danno
non è solo economico ma anche culturale e identitario".
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