(ANSA) - ROMA, 15 LUG - Dopo i mesi del lockdown causato dal
Covid è allarme per la sindrome 'hikikomori' nei bambini, il
rifiuto di uscire da casa e continuare a stare nel 'guscio'
spesso 'attaccati' alla prolunga virtuale della vita che è il
cellulare. A lanciarlo è la psicologa, psicoterapeuta e
psicopedagogista Maria Rita Parsi audita dalla Commissione
parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, in merito al
seguito dell'indagine conoscitiva sulle forme di violenza fra i
minori e ai danni di altri minori.
"Mai come adesso occorre fare rete, a partire dalle 45mila
scuole che ci sono sul territorio e che devono riaprire perchè i
bambini devono tornare a scuola, mettere a disposizione tutte le
competenze che ci sono per salvaguardare la salute mentale dei
minori, seguire le famiglie, combattere la disgregazione del
tessuto sociale. Così si può fare prevenzione, ricordando che
ogni volta che approcciamo un 'bullo', un bambino violento,
ebbene dietro di lui troviamo un bambino negato, frustrato, che
replica la violenza che subisce spesso in famiglia", ha
sottolineato Parsi nel suo intervento.
"Il peso del virtuale sui bambini non va sottovalutato, ormai
è pervasivo, dopo la famiglia e la scuola è la terza agenzia
educativa dei minori e occorre intervenire: in televisione ad
esempio su quelle a pagamento nelle ore in fascia protetta si
vedono film di una violenza inaudita e i bambini mettono in
scena la violenza che vedono o che subiscono", ha aggiunto
Parsi. Occorre ripartire dai territori, dalle circoscrizioni e
Parsi ha ricordato "il lavoro che sta facendo l'ottavo municipio
di Roma con il presidente Ciaccheri che ha aperto la
circoscrizione con progetti di decentramento culturale per
organizzare gli spazi e intercettare i problemi", abbiamo
tantissime "competenze" per fare questo tipo di azioni per
salvaguardare la salute mentale dei più piccoli ha aggiunto
Parsi citando anche il rapporto 'Musa' del Cnr sul disagio dei
minori e adolescenti. (ANSA).