Nonostante le difficoltà legate prima alla Brexit e successivamente alla crisi globale da Coronavirus, la piccola Casa costruttrice britannica di vetture sportive Lotus sembra godere di una inaspettata vitalità, mai registrata probabilmente nei suoi 72 anni di attività.
Lo riferisce il magazine Autocar che ha intervistato il Ceo Phil Popham che da quasi due anni guida l'azienda ora di proprietà della cinese Geely. Forte di una importante iniezione di liquidità da parte del nuovo azionista di controllo, circa 1,66 miliardi di euro, e di una decisiva ristrutturazione del team aziendale rispetto a quello ereditato dal predecessore Jean-Marc Gales, Popham ha confermato ad Autocar i progressi fatti nell'ambito di Vision 80, il piano decennale che ha redatto subito dopo il suo arrivo e che ha fissato gli obiettivi a cui Lotus punta a compiere l'ottantesimo compleanno nel 2028.
''Al momento, gestiamo due attività . - ha precisato Popham - C'è il progetto a lungo termine che ci trasformerà in un'azienda molto più grande alla fine del decennio e c'è la nostra attività attuale. Nell'ambito di Vision 80 siamo al momento concentrati sullo sviluppo del prodotto, sulla ricerca delle persone giuste e nella creazione di infrastrutture a lungo termine, ambiti che per fortuna non sono stati fortemente influenzati dalla crisi da Covid-19. Il personale ha lavorato a distanza e molti continueranno a farlo''. Parlando di prodotto Popham ha sottolineato che ''l'attività di produzione di auto sportive oggi è piccola in termini numerici ma, fino alla crisi, stava crescendo costantemente, aiutata da ciò che abbiamo fatto con l'Evija. Abbiamo migliorato la notorietà con i media e con i potenziali clienti''. Parlando della rete commerciale il Ceo di Lotus ha poi detto che ''di recente sono stati aggiunti nuovi partner in 10-15 aree in cui non eravamo rappresentati. E ora ritorniamo a fare di nuovo il nostro mestiere, costruire auto sportive''.