(ANSA) - ROMA, 19 MAG - Il programma "Garanzia giovani"
avviato in Italia nel 2004 come principale iniziativa di
contrasto al fenomeno dei Neet e di rafforzamento della
transizione scuola-lavoro, oltre ad aver prodotto risultati non
in grado di far recuperare lo svantaggio italiano rispetto al
resto d'Europa, non è tutt'ora adeguatamente conosciuto. Tra i
30-34enni (che nel 2004 erano in pieno target per tale misura)
quasi due su tre non ne hanno mai sentito parlare o solo
vagamente, ma si arriva a tre su quattro tra gli under 25.
Sono alcuni dei dati presentati oggi al webinar 'La condizione
giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2021', dell'Istituto
Toniolo.
"I dati sulla scarsa conoscenza dei giovani di 'Garanzia
giovani' forniscono evidenza del fatto che a scuola e
all'università generalmente non si parla degli strumenti
principali che riguardano il lavoro delle nuove generazioni.
Inoltre, solo circa la metà di chi ne ha beneficiato fornisce
una valutazione positiva in termini di miglioramento delle
competenze e di conoscenza del mercato del lavoro. L'auspicio è
che la nuova Garanzia Giovani rilanciata in concomitanza con i
finanziamenti di Next Generation Eu, riesca a superare i limiti
sperimentati in passato - ha commentato Alessandro Rosina,
demografo dell'Università Cattolica e coordinatore scientifico
Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo -. Ma particolare
attenzione va data anche ai Neet tardivi (oltre i 30 anni) fuori
dal target principale di Garanzia giovani. Si tratta di una
componente particolarmente problematica che a fragilità
pregresse ora somma l'impatto della pandemia in una fase
cruciale della costruzione della propria vita adulta. In assenza
di politiche adeguate alto è il rischio di cronicizzazione di
tale condizione e di diventare destinatari passivi del reddito
di cittadinanza". (ANSA).